FYRRDNORDMAAN GLI UOMINI DEL GRANDE NORD

Byrði betri                                                             Bagaglio migliore
berrat maðr brauto at                                       non si porta l’uomo in viaggio
en sé manvit mikit;                                            di un gran buon senso.
auði betra                                                               Della ricchezza, migliore
þikkir þat í ókunnom stað,                             ti si rivela in un paese sconosciuto:
slíkt er válaðs vera.                                           tale è la salvezza del disperato.

Ljòda Edda Havamal (il discorso di Har)

I VIKINGR

il termine che tutti noi oggi diamo agli antichi abitanti delle terre scandinave, in realtà è solo un luogo comune, il termine infatti deriva da Vikr (baia o costa) e Ingr ( una sottopopolazione delle coste norrene) quindi letteralmente popolo delle baie. Queste popolazioni si sono rese famose a seguito delle loro incursioni prima in Inghilterra in seguito in Francia e Mitteleuropa, diffondendo la propria cultura e stile di vita. In realtà i Vichinghi sono una parte marginale di queste popolazioni che sarebbe più corretto chiamare con il nome di Nordman o Norreni. null

In generale però il termine viene utilizzato sin dall’epoca Romantica per indicare quei guerrieri predoni, che saccheggiavano le coste del nord Europa e non solo, caratterizzati dalla loro statura elevata, il loro fisico statuario, lunghi capelli biondi, vestiti di pelli, e elmi dotati di corna. L’immaginario collettivo ormai li ha dipinti così, ma essi devono essere visti con tutta un’altra ottica, poichè di questa descrizione, (come vedremo nel corso dell’articolo) essi non hanno molte analogie. Resta il fatto che sono rimasti comunque i guerrieri più feroci e brutali della storia medievale, coloro che avrebbero fatto scendere l’europa nei famosi Secoli Bui.

L’UOMO DI TOLLUND

Nel 1950 nella torbiera di Bjældskor Dale due abitanti di Tollund, piccolo borgo a ovest di Silkeborg in Danimarca, scavando tra i giacimenti di torba notarono un volto così ben conservato, che ebbero il timore di essersi imbattuti nella scena di un omicidio avvenuto di recente. Chiamarono così immediatamente la polizia di Silkeborg, e questi dubbiosi sul possibile momento del decesso decisero di affidarsi ad una perizia archeologica. Cosi l’archeologo Glob, stabilì che il corpo risaliva a circa 2000 anni prima, e che l’uomo fu con molta probabilità ucciso e gettato nella torbiera. null
L’uomo è intatto dal caratteristico colore nero, dato dagli strati mucillaginosi della torbiera, che hanno reso impermeabili i tessuti corporei difendendoli dagli attacchi patogeni, e quindi dalla decomposizione. Grazie a questa straordinaria conservazione si sono potuti esaminare gli organi interni, e poter scoprire così alcuni dati essenziali al fine della ricerca.
Gli scenziati sanno che il muschio comparve nelle torbiere danesi pressapoco durante l’età del ferro, quindi il corpo fu sepolto li circa 2000 anni fa, successivamente i test eseguiti sul carbonio 14 hanno indicato come periodo della presunta morte il 400 a.C. Successivamente esami a raggi X hanno mostrato che buona parte degli organi interni dell’uomo erano pressochè integri, la testa, il fegato, il cuore e i polmoni erano ben conservati. Si è potuto stabilire che l’uomo non fosse tanto anziano, il museo di Silkeborg stima la sua età tra i 30 e i 40 anni, e un altezza non molto considerevole intorno ai 160 cm, quindi un uomo dall’altezza nella media per la popolazione europea di quel periodo, e questo non ha nulla a che vedere con la famosa elevata altezza dei nordici. Si sa che probabilmente è morto per soffocamento, l’uomo infatti porta un cappio ben visibile ancora all’altezza del collo, e che ha lasciato segni sulla pelle e sotto il mento. In seguito si esaminarono stomaco e intestino e prelevati campioni del loro contenuto. Gli scienziati sono così arrivati a scoprire che l’ultimo pasto dell’uomo fu a base di verdure e cereali tra cui orzo, semi di lino, camelina sativa plygonum e camomilla. L’orzo ingerito inoltre era largamente intaccato dal fungo ergot, che è allucinogeno, e molti ricercatori sostengono che tale cibo fu somministrato probabilmente all’uomo durante un rito religioso, e che quindi la morte dell’uomo sia legata ad un rito religioso.null Nell’apparato digerente non c’erano tracce di carne, e dalla fase di digestione si è potuto constatare che l’uomo abbia vissuto per circa 12 o 24 ore dopo l’ultimo pasto. in poche parole era digiuno nel giorno prima della sua morte. Il corpo si trova nel museo Silkeborg, dopo di esso sono stati rinvenuti parecchi cadaveri nella stessa torbiera, e questo ha portato ad avvalorare la tesi sulla morte per sacrificio umano legato a culto religioso.

Ma perchè stiamo parlando dell’uomo di Tollund?
Esso rappresenta una delle prime testimonianze di insediamenti umani nelle terre del nord, questo significa che le terre scandinave erano già abitate da piccole popolazioni rurali già dall’età del bronzo e del ferro, mentre in europa erano già affermate le civiltà Romana, Egizia, Greca e via dicendo. Ma a differenza di queste civiltà i Norreni, vivevano ancora una vita semplice che si doveva adattare purtroppo alle difficili condizioni climatiche che offriva il territorio del Nord, e che era ben lontana dai pensieri filosofici dei grandi pensatori romani e greci. Tuttavia era una popolazione che non era staccata dal resto dell’Europa, ma anzi con essa aveva un fiorente commercio, è risaputo infatti che la maggior parte dell’Ambra che i Romani e Cartaginesi utilizzavano per i loro monili, provveniva dalla Scandinavia, e che molti manufatti Romani sono stati trovati nelle coste Norvegesi e Danesi.
Una popolazione quindi dedita all’agricoltura e al commercio, che ha ben poco a che vedere con la crudeltà Vichinga.

I SECOLI BUI

Se per buona parte dell’epoca Romana questa popolazione si è rivelata mite e laboriosa, dopo la caduta dell’impero romano d’occidente, si è come trasformata. Si sa che Roma è stata depredata dai barbari dopo l’uccisione dell’ultimo imperatore Romolo Augusto. Si tiene erroneamente a sottolineare che queste popolazioni provenissero dalla Scandinavia. In realtà erano di origine Germanica, anche se c’è un filo conduttore, si notano alcune differenze tra le popolazioni de Germani, degli Unni e dei Franchi, provenienti rispettivamente dalla Germania, e dall’Asia. L’invasione barbarica pertanto va considerata come una forte corrente che spinse queste popolazioni a muoversi dal centro dell’europa verso sud e oriente, questo comportò un declino del mondo classico, con la perdita della civiltà e delle conoscenze acquisite fino ad allora. Queste popolazioni nonostante vantassero un origine Scandinava, di Nordico avevano ben poco, e forse il significato Vichingo descriverebbe meglio queste popolazioni piuttosto che i Norreni. null
La penisola Scandinava, era per i popoli dell’europa occidentale un mondo quasi sconosciuto, inquantificabile geograficamente, impenetrabile da ovest a causa dei fiordi frastagliati che formano alte insenature, e al suo interno quasi come un alone mistico un enorme foresta vergine di abeti che la ricopriva quasi interamente. Solo nelle coste orientali con larghe insenature (come ad esempio Oslo) vi erano piccoli insediamenti umani in cui si riusciva a sopravvivere, insediamenti che hanno mantenuto la stessa posizione anche oggi.
Questo forse spiega in parte, il motivo per cui questi popoli si sono dovuti spostare alla disperata ricerca di terre più favorevoli per la sopravvivenza.

I vari popoli nordici erano disposti in diverse aree
I Danesi si insediarono nello Jutland nel Baltico e nella Scania
Gli Svedesi andarono ad occupare i territori intorno al lago Malaren e nell’ Upland
I Goti nel Vastergotland, l’Ostergotland e parte del Varmland
I Norvegesi lungo la costa Norvegese fino a NorKapp assieme ai Lapponi e i Finni.
null

Questi popoli inoltre si stanziarono in nuove terre ad esempio:
dalla Danimarca si muovevano verso l’Inghilterra, la Francia e la Spagna
dalla Svezia si stanziarono verso il Baltico, la Russia e il Mar Nero
dalla Norvegia si spinsero verso la Scozia, l’Islanda e da li raggiunsero perfino il Labrador e Terranova ( e questo è importante poichè fa capire come l’America non sia stata scoperta da Cristoforo Colombo ma bensi dai Vichinghi e dai Templari qualche secolo dopo di essi)

null

I NORMANNI E LA NORMANDIA
I normanni o ‘uomini del nord’, rappresentano alcune popolazioni danesi che si stanziarono nel nord della Francia. Come già detto precedentemente, è stato un aumento demografico dovuto probabilmente ad un innalzamento delle temperature nelle terre del Nord a favorire la formazione di Clan in cui le famiglie più ricche potevano avere fenomeni di poligamia, e con l’abbondanza di componenti nel nucleo famigliare, si sentì l’esigenza di spingersi oltre le terre Norrene per poter sopravvivere. Così accadeva che i figli di facoltosi capi vichinghi partissero alla ricerca di nuove terre da conquistare, e lo facevano in apposite navi atte allo scopo con un equipaggio militarmente avanzato. E’ nell’era Carolingia che i Danesi iniziarono a fare la loro prima comparsa nelle coste settentrionali della Francia, con vere e proprie incursioni. Militarmente i danesi non erano più avanzati dei Franchi, ma li distinze il cosiddetto effetto sorpresa, saccheggiavano i villaggi in giorni di festa (come attestano le cronache dell’epoca) bruciavano i piccoli centri e i monasteri approfittando della notte o di qualche occasione particolare, andando così a seminare il panico tra la popolazione. Carlo Magno, per contrastare la loro avanzata aveva attuato un sistema difensivo costiero, che prevedeva delle perlustrazioni delle coste, tecnica che fu però abbandonata alla sua morte, e che i suoi successori non riuscirono a portare avanti favorendo uno scontro terrestre piuttosto che marittimo, commettendo in questo caso l’errore di consentire ai Normanni di sbarcare a terra e occupare le città costiere. Alla fine del X secolo, le scorrerie andavano estinguendosi, e i Normanni erano sempre più penetrati all’interno della corte Francese, tanto da aproffittare delle lotte intestine tra i feudatari per la detenzione della corona.null Infiltrandosi sempre di più nella politica Franca, iniziarono ad adottare la religione cristiana perdendo sempre di più i connotati della loro cultura d’origine, francesizzandosi a tutti gli effetti. Così si instaurò il Granducato di Normandia, con Rouen al centro del potere in cui vennero convogliati tutti gli affari Normanni. Da qui in poi la conquista Normanna andrà via via espandendosi verso la Gran Bretagna, la Spagna, e il sud dell’italia impadronendosi del Regno di Sicilia.

I VARIAGHI SVEDESI DA LADOGA FINO AI CONFINI DEL MAR NERO

null
Fu con navi equipaggiate che questi mercanti nomadi e predoni, dal Golfo di Riga, arrivano al Dvinà e da li al mar Nero, creando una via commerciale tuttora conosciuta come via dei Variaghi. Si trattava di popoli dediti al commercio, che dal Nord trasportavano essenzialmente Ambra, Pellicce e Schiavi che poi commerciavano fino al medioriente. i Variaghi occuparono alcuni territori della Russia, della Slovenia, dell’Estonia. Anche essi però oltre ad essere commercianti, costituivano nuclei di predoni con una struttura militare ben organizzata, che consentiva a queste genti oltre che commerciare ad attività speculativa, anche di saccheggiare e distruggere le popolazioni che si opponevano alle loro condizioni. Tutte queste descrizioni sono presenti in tanti storici dell’epoca, che li descrivono come spietati predoni speculatori. Fu il potere a spingerli ad abbandonare la via del saccheggio per immischiarsi sempre di più Nelle lotte Intestine nelle terre Baltiche, iniziano l’arte della guerra, interessandosi della difesa delle città assediate da altre popolazioni agendo come mercenari per conto dei signorotti locali, acquisendo in questo modo sempre più ricchezze, e andando a perdere col tempo sempre di più le origini scandinave, fondendosi con le popolazioni della Rus.

LA VIA DEI VICHINGHI
null
Portland Bay 789 d.C.
secondo le cronache storiche anglosassoni, è l’anno che segna la prima incursione del popolo Norvegese nelle coste di Portland Bay, è un ufficiale reale a perire per primo, quando quando avvistando tre navi Vichinghe, le scambio per navi mercantili, e mentre si propose di accompagnare i forestieri dal Re per pagare la tassa sul commercio fu assassinato, dando il via così al saccheggio della città.
Lindisfarne 6 gennaio 793
E’ mezzogiorno quando un monaco che si aggira lungo la spiaggia dell’isola, a ridosso del monastero, avvista una strana imbarcazione, e corre ad avvisare gli altri monaci credendo si trattasse di un equipaggio alla deriva, e bisognoso di aiuto. Ma nel momento in cui i marinai scesero atterra, i monaci si trovarono davanti dei guerrieri che parlavano una lingua sconosciuta, dotati di asce e spade ed enormi scudi rotondi. erano i Vichinghi, e li uccisero tutti. Questi soldati depredarono il monastero lasciandolo completamente spoglio distruggendo ogni cosa. Tra il 794 e l’806 gran parte dei villaggi e delle piccole città costiere della Scozia furono depredate, finquando l’intero arcipelago delle Faroer non fu conquistato. Ben presto in tutta l’isola britannica si propagò il terrore di questi guerrieri spietati poichè seminavano morte e distruzione al loro passaggio e tutte le città delle coste si prepararono alla difesa, sebbene con scarsi risultati.
Da ciò si può evincere che i Vichinghi non erano affatto un accozzaglia briganti spietati, ma dei veri e propri militari ben equipaggiati e abili combattenti.
Ha qui inizio l’era Vichinga, che raggiunge il suo culmine con l’occupazione della Scozia e dell’Irlanda, per arrivare fino all’Islanda e alle coste dell’America Settentrionale. null

 

LA MITOLOGIA NORRENA TRA MAGIA E REALTA’

null
Se c’è una cosa che accomuna tutte le popolazioni scandinave, questa è di certo la religione, caratterizzata da una intensa tadizione orale, e un attaccamento al culto tale da praticare il paganesimo anche oltre il medioevo. Per quanto si possa ritenere rozzo questo popolo, in realtà religione cultura e organizzazione militare portano a pensare che questi siano tutt’altro che zotici.
La Mitologia norrena, le saghe nordiche e l’antica letteratura norrena ci narrano della religione vichinga attraverso le imprese di eroi mitologici, benché la trasmissione della maggior parte di queste informazioni sia stata fondamentalmente orale, questa venne messa per iscritto da autori cristiani, come gli islandesi Snorri Sturluson, nella sua Edda in prosa e Sæmundur fróði, nella sua Edda poetica.

null
Molte di queste saghe vennero scritte e conservate in Islanda durante tutto il Medioevo, a causa dell’interesse di quella popolazione per le saghe norrene e i codici legislativi.
I Vichinghi in queste saghe sono descritti come uomini che attaccavano spesso luoghi facilmente accessibili e debolmente difesi, spesso senza subire conseguenze.
Le saghe fanno capire anche che i Vichinghi erano abili artigiani e commercianti e che costruirono numerose colonie.
Dalla tradizione epica ad oggi pervenuta si può riscontrare che vi fossero due gruppi di divinità Gli Dei della Guerra ovvero gli ASI, e gli Dei dei Campi, i Vani legati alla cultura agropastorale. Tutti gli dei Vivevano ad ASGARD, il primo dei nove Mondi, (secondo la cosmogonia Norrena) collegato con MIDGARD, la terra di mezzo, (il regno dei mortali) attraverso il ponte dell’arcobaleno chiamato BIFROST.

null

I VANI

null

E’ probabile che queste creature mitologiche legate ai culti primordiali della terra, siano stati i primi dei ad essere adorati da queste popolazioni, con culti simili a quella della Dea Madre adorata pressochè nella stessa epoca sia nel baccino del Mediterraneo che Nelle culture Celtiche. Essi sono essenzialmente entità benefiche che rimandano alla fertilità e alla vità campestre.

FREYA: la fata dei vani, è la dea dell’amore e della guerra, della fertilità e delle arti magiche del Seidr che includono le Arti della Divinazione, della Guarigione, e delle trans ascetiche. Possiede la magica Brisingamen, una collana dal potere di leggere la mente, forgiata dai nani. Nei campi di battaglia sceglie i migliori combattenti che conduce nel suo regno per il riposo eterno. Freya è la moglie infelice di ODR per il quale piange copiose lacrime d’oro in attesa del suo ritorno. null

 

FREYR: il dio della Natura, della fertilità e dei cicli dei campi. figlio di NJORD il dio del mare, è il signore della Terra. Egli è legato all’acqua e il mare e possiede una nave magica Skidbladnir, che tiene in una tasca, e la utilizza per muoversi in qualsiasi direzione del mare di Midgard. Ha inoltre una spada magica, che può combattere da sola e rende invincibile il guerriero che la brandisce. E’ l’amante della sorella Freya, dea della fertilità. Ai vani sono legati i culti della fertilità e dell’abbondanza.

GLI ASI

null
La religione Nordica ad un certo punto risente dell’influenza delle popolazioni indoeuropee, a tal punto da apportare un ulteriore bagaglio religioso a quello già preesistente, ed è così che ai Vani, divinità benefiche regolatrici del ciclo stagionale e della fertilità, si affiancano gli Asi, gli dei Guerrieri. Questa nuova matrice indoeuropea, porta la tradizione orale a giustificare i nuovi dei, ponendo una guerra tra gli ASI e i VANI, ovviamente, essendo signori della Guerra, vinsero gli Asi, e assorbirono numerose caratteristiche dei Vani.

ODINO: il padre degli dei. ad esso sono legati il culto della guerra, della magia e della sapienza. il nome stesso indica Sapienza e Furore, legato rispettivamente alla guerra e alla cultura. Una saggezza che egli acquista sacrificando un occhio per acquisire la conoscenza dalla fonte di Udr, alle radici di Yggdrasil (l’albero frassino che sorregge i nove mondi della cosmogonia norrena) e resto appeso all’albero del mondo per 9 giorni e 9 notti, al termine dei quali riceve il segreto delle rune. Egli nell’immaginazione popolare è sempre rappresentato con un elmo che gli copre l’occhio, e un enorme mantello, ha sempre un aria triste e cupa. E’ famoso per la sua provverbiale saggezza che adopera per far cessare le guerre. Odino dimora ad Ásgard, nel palazzo di Válaskjálf “scoglio degli uccisi”innalzato da lui stesso, dove, seduto sul trono Hlidskjálf, “scoglio della porta” osserva ciò che accade in ciascuno dei Nove Mondi.E’ accompagnato da due corvi Huginn, “pensiero”, e Muninn, “memoria”, che egli manda nel mondo a indagare per suo conto, e da due lupi che divorano qualunque cibo gli venga offerto, poiché lui vive solo di vino.

null
In battaglia brandisce Gungnir, la sua lancia magica che colpisce sempre il bersaglio e cavalca Sleipnir, il cavallo a otto zampe.
Figlio di Borr e della gigantessa Bestla, fratello di Víli e Vé, marito di Frigga e padre di molti degli dèi, tra cui Thor, Balder, Vídarr e Váli, spesso viene definito “padre di tutti gli dèi”. Come dio guerriero raduna gli eroi morti in battaglia nel Valhalla, gli Einherjar, presiedendo al loro banchetto.

FRIGGA: moglie di Odino, madre degli dei. Avvolta nel suo mantello di piume di falco (mostra molte analogie con Cerridwen dea celtica), può volare in cielo, e ha il potere della chiaroveggenza, Il venerdì era anticamente il giorno consacrato sia alla dea Frigga sia alla celebrazione dei matrimoni e all’unione feconda della coppia di sposi. null
Quindi uno dei compiti peculiari della divinità, consisteva nell’assistere le coppie, aiutando le donne sterili e quelle ancora aliene agli atti di amore.
Oltre a ciò, secondo la tradizione, la dea assisteva le partorienti, cercando di limitarne i dolori e le sofferenze.

THOR: dio del tuono. Dio della guerra, della forza bruta e dell’impeto. ha origini antichissime probabilmente indoeuropee e asiatiche, poichè il tuono sottoforma di divinità è stata tra le prime a comparire nelle religioni arcaiche.null La sua presenza si fa sentire attraverso il tuono e il lampo, rappresentando quest’ultimo sia il potere sovrano, creatore, legato alla fertilità, che il potere distruttore. Esso è un guardiano che vigila il mondo di Asgard e di Midgard.Figlio di Odino e di una gigantessa,

null

Thor cova un odio smisurato e ossessionante nei confronti dei giganti, contro cui combatte per tutta la sua vita. Ad esso sono legati essenzialmente due culti: il culto della pioggia, che porta rigenerazione e fertilità della terra; e il culto della guerra, operato dai Berserker guerrieri vestiti con pelli di orso che inneggiavano a Thor combattendo con una forza brutale. Thor è spesso raffigurato con occhi rossi o gialli, carnagione scura e barba e capelli rossi, assomiglianti al fuoco.La sua sposa Sif dai capelli d’oro, è un rafforzamento del suo culto della fertilità: Thor era pregato sì dai soldati e dai combattenti, ma anche dai contadini e Sif, significa infatti la discesa della pioggia dal cielo nei campi, pioggia sacra al dio.l’impeto primordiale di uccidere e distruggere ogni cosa, che si manifesta in particolare nell’oggetto che gli è più caro: Mjollnir, il martello di Thor, detto “maciullatore di giganti” (si tratta sempre di una creazione dei nani).

LOKI: dio dell’astuzia e dell’inganno, ha una personalità bipolare. A volte si trova a combattere al fianco degli altri dei, i quali grazie a lui riescono ad ottenere le vittorie, col potere della sua mente diabolica, altre volte si trova a ingannare gli dei mettendoli in difficoltà. questa duplice personalità lo porta ad essere identificato come il peggiore e malvagio. paragonato al diavolo. Persino il sesso di Loki non è ben definito: dopo aver mangiato il cuore della gigantessa Angrboda, ad esempio, rimane ingravidato e dopo nove mesi dà alla luce tre figli: Hel, per metà con sembianze di donna e per metà cadavere, guardiana del regno dei morti, Fenrir, un enorme e feroce lupo, nonchè il terribile serpente marino Jormungard che giace nell’oceano, le cui spire avvolgono tutta la terra, contro il quale si misurerà più volte Thor. Il suo atto più efferato è aver provocato la morte di Balder, il più buono e compassionevole degli dei, e per questo delitto gli Asi lo conducono in una grotta del Niflheimr, trasformano suo figlio Váli in lupo e lo spingono a divorare il fratello Narvi e con le budella di quest’ultimo incatenano Loki a tre pietre appuntite. Un serpente sospeso al di sopra della sua testa cola veleno sopra il suo volto, e lo brucerebbe se Sigyn (sua moglie, il cui nome significa fedele) non raccogliesse le gocce in un bacile. Ma quando il bacile è pieno e Sigyn si allontana per svuotarlo, il liquido di fuoco del veleno fa urlare e scattare Loki, i cui sussulti violenti producono i terremoti.null

HEIMDALL: il guardiano degli dei. La sentinella che osserva in continuazione Midgard dal Bifrost, controllando il ponte arcobaleno. È il simbolo della vigilanza, il dio delle veglie e rappresenta la resistenza agli stimoli di fame, sonno e freddo che ogni guerriero deve combattere. Egli è il garante dell’equilibrio cosmico, tanto è vero che il suo avversario diretto è Loki, figura che, viceversa, incarna la costante minaccia all’ordine del mondo. Sorveglia l’ordinato svolgersi del ciclo cosmico e conosce con esattezza quando verrà la fine del mondo e in quell’istante preciso egli soffierà nel corno “Giallarhorn”, il cui suono si sente in tutti e nove i mondi della cosmologia nordica, chiamando gli dei alla battaglia.Heimdall è considerato il progenitore delle stirpi degli uomini, delle classi sociali.Narra infatti una storia che un giorno scese nel Midgard con il nome di Rig (che significa “re”), e da una bisnonna generò un bambino deforme ma forte (allegoria degli schiavi).Da una nonna generò un ragazzo sveglio e astuto (i liberi artigiani) e da una moglie bella e giovane generò un ragazzo di nome Karl, che all’età di nove anni fu visitato da Heimdall che gli rivelò di essere suo padre. Il ragazzo divenne forte ed era conosciuto come Jarlar. (l’allegoria dei nobili).

null

SKADI: dea del ghiaccio e della caccia. figlia del gigante Thiazi, ucciso da Thor, venne accolta dagli dei nel Valhalla, dove assunse i connotati di una dea diventando così metà dea e metà gigante. I cacciatori di lupi si rivolgevano a lei quando dovevano cacciare nel freddo invernale del nord. Skadi decise quindi di restare con gli dèi, ma a due condizione: di poter sposare un dio e che loro la facessero ridere (Skadi era finora conosciuta come seria e triste: farla ridere era un impresa nella quali molti mortali si erano cimentati.)Odino accettò, ma con una riserva: avrebbe dovuto scegliere il suo sposo solamente guardandone i piedi. Ella vide due piedi bianchi e lisci, e subito pensò che fossero del dio Baldr, il più buono e bel dio del Valhalla, e quindi scelse quelli.Sfortunatamente per lei, i piedi bianchi e lisci appartenevano a Njord, il dio del mare (che aveva i piedi bianchi a causa della vita da marinaio). questo sta a significare che Skadi per gli uomini rappresenta anche l’errore per le scelte superficiali. Ella divenne quindi sua sposa, ma gli dèi dovevano soddisfare l’altra sua richiesta: farla ridere; questo ci pensò Loki che la fece ridere di gusto mentre tentava di divincolarsi dalla stretta di un testardo caprone. Skadi è una sposa triste condannata a vedere Njord solamente in occasione di feste e banchetti, e non dormivano mai insieme. Il loro mito è una condanna ai matrimoni programmati solo per interesse.

null

NJORD: Divinità della stirpe dei vani (i valori attribuiti a questi dèi erano le forze della natura), che fu ceduto insieme ai suoi figli agli asi come ostaggio dopo la fine della tremenda guerra tra asi e vani.Njord fa parte dei Vani ed è il padre di Freyr e di Freya.Egli governa il vento, il mare e il fuoco, ed è il protettore dei viaggi di mare e della pesca. Egli è il dio del vento e del mare, della tempesta che ogni marinaio vorrebbe evitare: a lui erano infatti rivolte le preghiere dei marinai in difficoltà ed egli era l’onnipotente protettore delle barche a lui dedicate.

null

BRAGI: il protettore delle arti. il dio evidenza due virtù (sincerità e volontà) che i nordici attribuivano agli uomini sapienti. Un epiteto di Bragi è “Colui che tace”: i nordici infatti attribuivano il silenzio alla saggezza. Bragi è infatti il dio della poesia, degli scaldi e dei poemi epici, in particolare L’Epopea Di Beowulf, il più grande poema nordico mai scritto, ancora oggi studiato nelle scuole degli stati del nord.

null

HEL: dea degli inferi. Ella ha costruito la sua fortezza intorno al fiume dei morti dove vagano le anime degli assassini e degli spergiuri e ha due cameriere: Brutta e Sciocca, pranza con dei coltelli che si chiamano Fame e dei piatti che si chiamano Carestia. Inoltre dorme in un letto ribattezzato Disgrazia Abbagliante. Figlia di Loki Hel ha testa e torso di una ragazza e arti di uno scheletro a mala pena coperti dalle sue vesti. Viene condinata da Odino a Muspell, e appena giunta nel suo nuovo regno (da lei ribattezzato Helheim) plasmò con dell’argilla i suoi servitori: il malvagio cane Garm, e il serpente alato Nidhogg (colui che succhia i cadaveri), che, alle radici di Yggdrasill, il frassino del mondo, infligge punizioni eterne agli uomini malvagi e protegge Urd, la Fonte della Conoscenza, da chiunque voglia abbeverarsi. Il più grande amico di Hel è sicuramente Surtr, il più grande dei giganti del fuoco, che risiede nel Muspell, il piano astrale più in basso, sotto Helheim. Secondo versione risalenti all’anno 1100 d.C., Surtr è inoltre suo marito e dall’amore dei due mostri nacquero tutti i vizi e i difetti degli uomini (in particolare Arroganza e Stupidità). Hel fu un mito molto integrato nella religione nordica dopo la sua introduzione da parte di Snorri e anche dopo il definitivo tramonto della mitologia scandinava si possono trovarne tracce nella cristianità: in particolare nei mostri che controllano l’inferno.null

TYR: Dio del sacrificio. soprattutto in guerra. Tyr è figlio del gigante del gelo Hymir (nonostante in altre storie e rune appaia come figlio di Odino stesso), col quale Thor si confronta più volte, cercando ogni volta di impressionare Hymir catturando Jormungard, senza riuscirci.Tyr era venerato dai generali, dagli jarl e dagli hersir che dovevano scendere in battaglia e comandare l’esercito e portarlo alla vittoria. Quando gli dèi proposero al lupo Fenrir, figlio di Loki, di provare la propria forza provando a divincolarsi da una catena, Fenrir si insospettì e disse che voleva un pegno: un dio avrebbe messo una mano nella sua bocca, così se fosse stato un inganno, il dio ci avrebbe perso una mano. Tyr fu colui che si offrì per questo grandissimo e importantissimo sacrificio: la catena era stata forgiata dai nani, ed era indistruttibile. Fenrir fu incatenato, ma Tyr perse la mano.Questo spirito di sacrificio era ritenuto molto importante dai nordici e Tyr era quindi il dio venerato da coloro che dovevano compiere molti sacrifici per la patria e per la famiglia.

null

BALDER: dio della luce e della bontà. Balder è figlio di Odino e di Frigga e sposo di Nanna.Baldr è destinato a morire in circostanze tragiche a causa della malizia di Loki, ma rinascerà per presiedere alla nuova era che seguirà il Ragnarok .Baldr (o Balder) è il figlio di Odino e Frigg, è la rappresentazione ideale del figlio di un re e di una regina.Egli è bello e buono: il suo cuore è volenteroso e modesto.È il protettore degli uomini buoni e giusti che hanno subito torti da parte di uomini malvagi. Una notte Balder ebbe un incubo (cosa molto rara tra gli asi), in cui la dea Hel gli annunciava morte prossima.Egli ignorò il monito, ma l’incubo si riproponeva ogni notte sempre più tremendo e precis:egli sarebbe morto per mano di un dio. Un giorno, dopo che non era riuscito a dormire per una settimana, tanto aveva paura di addormentarsi, si confidò con gli altri dèi di questo problema.Subito la questione scatenò reazioni di sgomento, poiché non si era mai visto un dio morire! In particolare i suoi genitori, i Dominatori Del Cielo, erano preoccupati per lui: egli era il figlio migliore che qualunque padre e qualunque madre potessero avere. Così Frigga prese in prestito il cavallo Sleipnir di suo marito e cavalcò in tutti e nove i mondi per strappare giuramenti da parte di ogni essere vivente, ogni elemento, ogni vegetale e ogni animale che nessuno avrebbe fatto del male al buon Balder.Il suo esito fu positivo e, ottenuti tutti i giuramenti, l’effetto sortito fu che niente e nessuno avrebbe potuto ferire Balder: ogni attacco si infrangeva infatti contro il suo corpo.Ma Loki non era contento: egli godeva nel dolore e nella sofferenza e una tale felicità tra gli dèi lo disturbava molto.Egli quindi si tramutò da vecchia e andò a chiedere a Frigga cosa avesse fatto per renderlo invulnerabile. Frigga rispose fiera che per la salvezza di suo figlio aveva cavalcato in tutti i mondi e ora nulla poteva ferirlo…tranne una piccola pianta, piccolissima: il vischio, che era così piccola ed indifesa che Frigga non se l’era sentita di strapparle un giuramento, tanto non avrebbe potuto far danni: ma tanto bastava. Loki subito scese nel Midgard e si fornì di vischio e poi tornò ad Asgard. Quindi, mentre gli altri dèi giocavano a colpire Balder, egli si rivolse al dio cieco Hodr, e gli disse che sarebbe stato poco onorevole per lui non giocare, e gli propose di cercare di colpire anche lui Baldr: Loki lo avrebbe aiutato nel prendere la mira. Loki tuttavia legò alla freccia il vischio, e quando Hodr scoccò la freccia, Balder fu trapassato da parte a parte e si riversò senza vita sul pavimento. La reazione fu istantanea e gli dèi, scandalizzati capirono che erano stati loro stessi a ucciderlo.Il suo funerale fu il più maestoso che fosse mai avvenuto: mentre una barca al tramonto che conteneva il suo corpo andava in fiamme, affinchè la sua anima vivesse per sempre, tutti gli uomini mortali assistevano addolorati, e anche tutti i nani e tutti gli elfi e tutti gli dèi e tutti i giganti e tutti i mostri erano tristi per l’accaduto.Il dolore fu tale che la moglie di Baldr morì per la sofferenza e fu bruciata insieme a suo marito. Quindi Odino scese a Helheim per chiedere a Hel di far risalire suo figlio nelle terre dei vivi.Hel accettò, ad un patto: che ogni essere vivente piangesse per la morte di Baldr.Odino quindi fece piangere tutti con la notizia della morte definitiva del buon Baldr.Tutti tranne una gigantessa, Thokk, che si rifiutò di piangere, relegando quindi Baldr per sempre nell’oltretomba.Fu presto chiaro agli dèi che sotto le spoglie di Thokk si celasse il vero assassino: Loki.

null

FORSETI: figlio di Balder e Nanna. Forseti era detto il Pacificatore, il Bianco, era il dio della giustizia e della volontà umana, altre virtù di cui un uomo buono doveva essere dotato per poter diventare un re o un guerriero. Egli aveva una casa ad Asgard, insieme agli altri dèi e una casa a Midgard, il regno degli uomini: tutti coloro che avevano un problema da risolvere, una disputa da far giudicare da qualcuno di saggio, andavano in questa casa, dove il dio Forseti, onnipresente, avrebbe ascoltato il caso con moltissima attenzione e infine avrebbe deciso la sentenza finale.Le sentenze emesse da Forseti erano quindi giudicate da tutti giuste ed imparziali e gli uomini buoni potevano fare affidamento all’aiuto e al giudizio del dio in ogni momento di difficoltà.Il carattere di Forseti è in parte riscontrabile, anche se non interamente con quello di suo padre Baldr, il dio degli uomini buoni e il patrono della giustizia e della volontà.
null

 

LA COSMOGONIA NORRENA

YGGDRASIL IL GRANDE FRASSINO CHE SORREGGE IL COSMO.

« Ask veitk standa,                                                     « So che un frassino s’erge
heitir Yggdrasill                                                             Yggdrasill lo chiamano,
hár baðmr, ausinn                                                         alto tronco lambito
hvíta auri;                                                                          d’acqua bianca di argilla.
þaðan koma döggvar                                                    Di là vengono le rugiade
þærs í dala falla;                                                              che piovono nelle valli.
stendr æ of grænn                                                           Sempre s’erge verde
Urðar brunni. »                                                               su Urðarbrunnr. »

Ljóða Edda > Voluspá

Yggdrasil, è il grande frassino che con i suoi rami sorregge i 9 mondi. Un alto albero lambito dalle limpide acque della conoscenza. estende i suoi rami in tutto il cosmo arrivando a coprire il cielo. Dai rami cadono come rugiada gocce di miele che nutre le api che a loro volta impollinano i fiori e generano la vita. null
L’albero è sorretto da tre radici che si estendono in tre direzioni diverse. La prima radice arriva fino ad Helheim, il regno dei morti, penetrandovi in profondità. sotto questa radice si trova il serpente Níðhoggr e assieme a lui tante altre creature mostruose che nessuno è in grado di quantificare.
La seconda radice arriva fino a Jotunheimr la terra dei Giganti penetrando fino alla fonte di Mimisbrunnr. La fonte porta sapienza e conoscenza e il guardiano della fonte si chiama Mimir. Egli è molto saggio poiché beve l’acqua della sorgente con il corno Gjallarhorn. A quella fonte si recò Óðinn e chiese di bere un sorso d’acqua tratta dal pozzo, ma dovette lasciare in pegno il suo occhio.
La terza radice va verso Midgard il mondo degli umani, anche qui arriva fino ad una fonte, chiamata Urðarbrunner, nel luogo dove gli Asi appaiono agli uomini. Davanti alla fonte, vivono le Nornir,in una casa fatata, sono le tre fanciulle che stabiliscono il destino degli uomini: si chiamano Urðr, Verðandi e Skulld. Nella fonte, inoltre, vivono due cigni: da essi è venuta tutta la razza di questi uccelli.
Nell’albero dimorano alcuni animali. Un’aquila sovrasta i rami alla sommità dell’albero e possiede il dono della saggezza,

nullporta al centro degli occhi un falco simbolo che gli conferisce maggior accortezza. Alle radici dell’albero stanno serpenti orribili, tra i quali il peggiore di tutti è Níðhoggr. I serpenti rodono in continuazione le radici dell’albero, e compito dell’acquila vigilare e evitare la distruzione. Tra l’aquila e i serpenti corre lo scoiattolo Ratatoskr, che percorre l’albero trasportando i messaggi che l’aquila invia ai serpenti. Questi animali che dimorano Yggdrasil allo stesso tempo si prendono cura e distruggono l’albero, per cui se le Nornir che abitano presso Urðarbrunnr non attingessero ogni giorno acqua dalla sorgente e versassero quell’argilla sul frassino e la spalmassero sul tronco e sui rami dell’albero, l’albero stesso marcirebbe.

L’albero come elemento da venerare, fa molto probabilmente parte di un retaggio arcaico, checol tempo si è inserito nella mitologia ad oggi conosciuta. tant’è che esso è l’elemento più importante di tutti, poichè se l’albero non esistesse, l’intero universo i nove mondi gli dei e tutto il mondo fino ad allora conosciuto non esisterebbe. L’immagine di un albero sacro è conosciuta anche ai popoli germani; è il caso di Irminsul adorata dai Sassoni, che viene descritto come l’asse universale che sostiene tutte le cose del mondo.

 

 I NOVE MONDI

Níu mank heima,                                                           Nove mondi ricordo
níu í viði,                                                                           nove sostegni,
mjǫtvið mæran                                                               e l’albero misuratore, eccelso
fyr mold neðan.                                                             che penetra la terra.

Ljóða Edda > Voluspá

YMIR
In principio, all’alba dei tempi non esisteva niente di quello che noi oggi conosciamo, non esisteva la terra e nemmeno il cielo, non esistevano le acque ne le piante ne altri esseri viventi, ma solo un immenso abisso oscuro, il Il Ginnungagap. a nord del Ginnungagap si stendeva una regione oscura e gelida, detta Niflheimr. A sud una regione di fiamme ardenti e di insopportabile calore, il Múspellsheimr. Al centro del Niflheimr vi era la sorgente di Hvergelmir, da cui sgorgavano con fragore gli undici fiumi primordiali, detti Élivágar. Questi fiumi giunsero così lontano dalla loro sorgente che il veleno superficiale che li accompagnava s’indurì e divenne ghiaccio. Laddove questo ghiaccio si fermò, cadde una pioggerella che divenne brina e ricoprì a strati tutto il Ginnungagap. La parte settentrionale di Ginnungagap si incrostò di ghiaccio, ma in quella meridionale, percorsa dai caldi venti di Múspellsheimr, il ghiaccio si sciolse e gocciolò. Da queste gocce nacque Ymir, il capostipite della razza dei giganti. Ma le gocce da cui Ymir era nato contenevano le particelle di veleno che erano schizzate dagli Élivágar. Questa è la ragione per cui Ymir era sì, saggio, ma anche malvagio, e malvagi furono tutti i suoi discendenti, E venne l’era dei giganti. Da parti del corpo di Ymir nacquero i suoi figli. Assieme ad Ymir nella generazione primordiale nacque anche una mucca Auðhumla che generò il primo uomo. Costui si chiamava Búri, era bello d’aspetto, grande e potente. Generò un figlio che si chiamava Borr, il quale prese in moglie Bestla discendente di Ymir e da lei ebbe tre figli. Il primo si chiamava Óðinn, il secondo Vili e il terzo Vé. I figli di Borr, Óðinn, Vili e Vé, uccisero Ymir e trascinarono il suo corpo nel mezzo del Ginnungagap. E da quel corpo essi trassero il mondo, che sollevarono al di sopra dell’abisso. Con la carne dell’antico gigante fecero la terra, e innalzarono le montagne con le sue ossa. Fecero le pietre e i massi con i suoi denti, con le mascelle e con le schegge d’osso. Scagliarono in aria il suo cervello e così vennero le nubi.
E fu così che naque il mondo dal sacrificio di Ymir, e finì l’era dei giganti poichè i figli di Borr massacrarono tutta la sua stirpe annegandoli nel sangue di Ymir, ad eccezione di un unico gigante Bergelmir, che assieme a sua moglie si rifugiarono oltre Midgard dando origine alla stirpe dei giganti di brina. Midgard è il recinto di mezzo dove gli Asi i figli di Borr hanno confinato la razza umana recintando il mondo con le sopracciglia di Ymir, per proteggerli dagli attacchi dei giganti.
null

IL MONDO ORA CONOSCIUTO
Dalle particolari vicende della creazione, e da sacrificio di Ymir nasce l’universo con la volta celeste e il sole e la luna che scandiscono il tempo, e il nove mondi. Quale sia la posizione astrale esatta di questi nove mondi non ci è dato sapere, in quanto la tradizione orale non è precisa da questo punto di vista, ma è possibile collocarli in basi alla descrizione dei mondi stessi in una data posizione.
null

Il primo dei nove mondi è Miðgarðr, il «recinto mediano», posto al centro dell’universo; vi dimorano i figli degli uomini.

Il secondo mondo è Ásaheimr, da dove provengono gli Æsir. Vi si trova la città di Ásgarðr, con i suoi templi e palazzi.
Il suo re è Óðinn. Si crede sia posto nel cielo, anche se alcuni storici dicono si trovasse da qualche parte a oriente, in Asia.

Il terzo mondo è Vanaheimr, la terra dei Vanir. Anche se non si hanno dati precisi, pare si trovi ad occidente di Ásaheimr.

Il quarto mondo è Jǫtunheimr: è il regno degli Jǫtnar. Viene posto a oriente, talora a settentrione, comunque agli estremi confini del mondo, in Útgarðr.

Il quinto mondo è Álfheimr. Vi dimorano i Ljósálfar. Pare si trovi non lontano dall’Ásaheimr.

Il sesto mondo è lo Svartálfaheimr, che si trova nel sottosuolo. Vi dimorano i Dvergar e i Døkkálfar.

Il settimo mondo è il gelido e nebbioso Niflheimr localizzato nel settentrione, anche se a volte pare venga situato negli abissi. È uno dei mondi più antichi e faceva parte, in origine, del Ginnungagap.

L’ottavo mondo è l’ardente Múspellsheimr, che pure agli inizi faceva parte del Ginnungagap. Questa regione brucia e arde, ed è insopportabile agli stranieri che non hanno avuto colà la loro origine. Vi dimorano i giganti di fuoco e il guardiano che siede ai suoi confini ha nome Surtr.

Il nono e ultimo mondo è il regno di Hel. Si trova nella zona più profonda e buia dell’universo, caratterizzata da gelo, pioggia, umidità e nebbia. Vi vanno a stare le anime di coloro che non muoiono in battaglia. Sotto, si trova Niflhel, l’«inferno nebbioso»; le anime dei malvagi, dopo essere transitate da Hel, sembra si dirigano in quel luogo.

RITI DELLA CULTURA NORRENA

L’AQUILA DI SANGUE
L’aquila di sangue è stato un metodo di tortura e di esecuzione che è a volte menzionato nelle saghe norrene. Consisteva nel separare le costole della vittima dalla spina dorsale, rompendole in modo tale da farle assomigliare ad un paio di ali insanguinate, ed estrarre i polmoni dalla cassa toracica. Del sale era spruzzato sulle ferite. Vittime di questo metodo di esecuzione sono menzionate nella poesia scaldica e nelle saghe norrene, e si ritiene che anche il Re Ælle II di Northumbria, Halfdan figlio del Re Haraldr Hárfagri di Norvegia, Re Edmondo, Re Maelgualai di Munster, e forse l’arcivescovo Ælfheah abbiano subito questa tortura.

IL BLOT
null
Il Blót era un sacrificio pagano dei popoli del Nord Europa alle divinità scandinave e agli elfi. Questo termine è connesso all’inglese “bless” (benedire) e deriva dalla parola “blood” (sangue), un’importante componente nei rituali.
Il verbo blóta significa “rafforzare”, e l’intenzione era proprio quella di apportare maggior potere agli dei e agli Elfi tramite il rituale. La simbologia più potente era il sacrificio di oggetti o esseri viventi. Di solito animali, in particolare maiali e cavalli. La carne veniva bollita in una larga pentola con pietre riscaldate, poste dentro o al di fuori. Si riteneva che il sangue contenesse poteri speciali e veniva asperso sulle statue degli dei, sui muri e sugli stessi partecipanti.
Era un momento sacro, quando la gente si riuniva intorno al calderone fumante per banchettare e condividere il pasto con gli dei e gli Elfi. La bevanda che veniva fatta bere era benedetta e consacrata, passata da partecipante a partecipante. Di solito si trattava di birra o bevande a base d’erbe, ma se si era tra nobili poteva addirittura essere importato del vino.Il “goði”, ovvero il sacerdote addetto ad officiare il sacrificio, offriva la bevanda a Freyja se era un blót di primavera o autunno, o ad Odino se era un blót d’estate. Poi bevevano in nome degli antenati defunti, che potevano aver preso parte nel blót. Quando infine erano ubriachi, i partecipanti credevano di percepire il potere degli dei.
L’antica preghiera era til árs ok friðar, “per un anno fausto e pacifico” chiedevano fertilità, buona salute, una vita serena, di pace ed armonia tra il popolo e gli dei.
Il periodo del Blot in genere cadeva durante il susseguirsi di ogni equinozio e solstizio con l’avvicendarsi delle stagioni, e la divinità che principalmente veniva invocata era Freya. IL rito veniva svolto in una struttura chiamata HOV corrispondenti a tumuli o foreste sacre. Ogni nove anni, avveniva il blót. Sacrificavano nove maschi per ogni specie, anche uomini (per un totale di 72 defunti), e i corpi venivano appesi ai rami del sacro bosco, presso il tempio. Nessuno era esentato da questo rituale e chiunque mandava dei doni al santuario, anche il sovrano. Coloro che erano cristiani dovettero pagare un pegno per non aver preso parte ai blót, qualcosa che Adam von Bremen considerò una punizione molto dura. È possibile che l’ultimo blot con cadenza di ogni nove anni, avvenne nel 1078. Il tempio di Uppsala in Svezia fu probabilmente distrutto dal re Ingold I nel 1087. A dire il vero già da un po’ di tempo perdurava una guerra civile che aveva luogo ogni nove anni tra pagani e cristiani, e questo fu l’anno dell’ultima battaglia.

Il “blót degli elfi” era un piccolo rituale, celebrato nell’abitazione ed eseguito dalla sua padrona. Non ne sappiamo molto, poiché era celato sotto segreto e gli stranieri non erano ben accolti durante i rituali. Ad ogni modo, poiché gli Elfi rappresentavano il potere più intimamente connesso con gli antenati, possiamo pensare che questo culto avesse a che fare con loro e con l’attuale famiglia.null
Nella foresta di Tiveden, in Svezia, una tradizione locale conserva un poema che descrive quel che sembra avvenne nell’ultimo blót tradizionale nella montagna di Trollkyrka, nel XIX secolo. Inoltre mostra come i contadini dell’area ancora sapessero come attuare il suddetto rito.

« Elden den “köllas” av nio slags ved,    «Ilfuoco è acceso da 9 tipi di legno,
det är gammal sed.                                            questa era l’antica usanza.
Offer till andarna skänkes,                           Un sacrificio è offerto agli spiriti,
med blodet sig alla bestänkes.                     ognuno era asperso con del sangue.
Det bästa till andar föräras,                          La parte migliore è data agli spiriti,
det som blir över skall av                              quel che rimane deve essere     männen förtäras. »                                          consumato dagli uomini. »

Si noti che il sangue è asperso sui partecipanti e la parte migliore viene data agli spiriti e il resto ai partecipanti stessi. La notizia dell’uso dei nove tipi di legno per accendere il fuoco si trova solo in questo poema, ma si ricollega molto bene al significato del numero nove nella mitologia nordica, e potrebbe anche essere stato semplicemente ripreso da fonti Medievali.

IL DISABLOT
Il Dísablót era un blót effettuato in onore degli spiriti o divinità femminili chiamati dísir tra cui Norne Valchirie, dall’epoca preistorica fino alla Cristianizzazione della Scandinavia. Il proposito era quello di migliorare i raccolti.Viene citata nella Saga di Hervör, nella Víga-Glúms saga, nella Egils saga e nella Heimskrin.

FELAG
Il Félag (norreno per “amicizia, legame commerciale”) era un contratto finanziario str

nulletto tra soci nella società vichinga. Veniva firmato con le rune e sanciva un patto che avveniva tra due capi o tra due amici che si accordavano su determinate questioni che riguardavano le mercanzie o gli affari legali, nel felag entrambe le parti si impegnano a rispettare gli accordi rispettandosi a vicenda. (per la serie patti chiari amicizia lunga).

 

 

 

HEISTRENGING

La pratica dell’Heitstrenging, nota anche come Hietstrenja, Heitstrengingar o Strengdir, era un rituale vichingo tramite il quale si facendo solenni giuramenti.I giuramenti venivano tradizionalmente fatti durante un cerimoniale a Bragi, divinità dei menestrelli. Chi doveva parlare stava in piedi e poneva il piede su una pietra o una panchina prima di fare la promessa, aprendo con la locuzione “Salgo sul blocco e giuro solennemente…”. Subito dopo bisognava bere un bragafull, uno speciale corno di liquore. È stato fatto notare che, dato il rituale del processo, i giuramenti avvenivano solitamente quando la persona era ubriaca.Questo era solo il tipico procedimento per un Heitstrenging, ma in pratica esistevano numerose varianti. In alcune poesie islandesi il rituale si svolge con la persona che poggia le mani su animali morti. In ogni caso il giuramento fatto era considerato generalmente una forma di vanteria, ed erano spesso legati a qualche prova di grande abilità. Gli Heitstrenging venivano spesso svolti a Natale, ma anche in occasione di feste sacrificali, matrimoni o semplici banchetti. I voti erano solenni, ed erano previste punizioni per chi li infrangeva, ma non sempre erano importanti. Harald il Chiaro, unificatore della Norvegia, promise di non pettinarsi o tagliarsi i capelli prima di avere riunito tutto il regno.

HOLMGANG
era un duello praticato dagli scandinavi nell’Alto Medioevo. Era composto da diverse dispute.Almeno in teoria, chiunque fosse stato offeso poteva sfidare l’altro gruppo a un holmgang, indipendentemente dalle differenza di status sociale. Il motivo di questo poteva essere l’onore, la proprietà, una domanda di restituzione di debiti, disaccordi giuridici o l’intenzione di aiutare la moglie o dei parenti o la volontà di vendicare un amico.

null
Gli holmgang venivano combattuti 3-7 giorni dopo la sfida. Rifiutare la sfida significava diventare un niðingr (disonorato), e poter essere condannato come un fuorilegge. In effetti, se il gruppo sfidante non era capace di ottemperare alla loro richiesta, venivano considerati a loro volta senza onore. A volte un guerriero valoroso poteva combattere volontariamente al posto di un amico che sicuramente sarebbe stato surclassato dall’avversario.

SYMBEL
Avveniva sempre al coperto, in una sala denominata “Sala dell’idromele” ed era caratterizzato da grandi bevute di birre ale e idromele (da qui l’etimologia della stanza). Oltre alle bevute, questo rituale comportava discussioni e scambio dei doni, mentre il mangiare era specificatamente escluso.

IL MONDO VICHINGO USI E COSTUMI

UN POPOLO DEDITO ALL’ARTE DELLA GUERRA
Tutte le testimonianze relative alle incursioni vichinghe sono concordi nel riferire che i guerrieri infierivano con ferocia sui nemici. I successi militari dei Vichinghi furono possibili grazie alla qualitti delle navi, al buon equipaggiamento, e al coraggio dei guerrieri. Onore e la gloria in battaglia erano considerati valori di estrema importanza. I Vichinghi amavano la guerra, gli assalti impetuosi, i corpo a corpo. Erano eccellenti combattenti e avevano buone capacità organizzative che dimostravano ad esempio nella difficile tecnica dell’assedio: sapevano scavare cunicoli, usavano arieti e catapulte.
Le bande delle prime incursioni divennero con il tempo un esercito regolare addestrato in campi trincerati che avevano anche la funzione di difendere la regione circostante. Il campo di Trelleborg, in Danimarca, ne è un esempio mirabile.

LE NAVI VICHINGHE


null
Le navi vichinghe erano veri e propri strumenti di conquista, rappresentavano la migliore espressione dell’ingegneria navale dell’epoca. Per esempio la scoperta delle Americhe, non si può attribuire a Colombo, ma testi storici affermano che fu un vichingo il primo Europeo a mettere piede nel nuovo continente durante il medioevo: Erick il Rosso La fama dei vichinghi come abili navigatori deve molto anche alle tecnologie costruttive (diverse da quelle di tipo Mediterraneo) che adottarono e che influenzarono anche le tecnologie costruttive posteriori. Una testimonianza di questa perizia tecnica è fornita da numerosi relitti ritrovati a Gokstad, Oseberg, Tune in Norvegia, e a Skuldelev in Danimarca. Si tratta di imbarcazioni diverse con caratteristiche differenti. L’arte di costruire le navi era tramandata da generazione in generazione e solo l’esperienza e la tradizione erano d’aiuto ai falegnami. Si iniziava la costruzione dalla chiglia (come avveniva anche per le costruzioni mediterranee), pio le ruote di prua e di poppa, in seguito i bagli, le strutture interne ed il fasciame. Il legno usato prevalentemente era quello di quercia da cui si potevano ottenere tavole molto lunghe e resistenti. Il calata faggio, cioè il riempimento delle giunture tra le assi per renderle impermeabili all’acqua avveniva tramite lana incatramata e fibre vegetali. Gli alberi e i pennoni raramente superavano i dieci metri. Sicuramente i rematori all’interno dello scafo erano sia marinai che soldati.

KNORR LE NAVI MERCANTILI: Le navi mercantili, gli knorr, erano larghe e profonde per aumentarne il dislocamento e per il trasporto di carichi pesanti. Le imbarcazioni da guerra erano veloci e maneggevoli. Innanzitutto la differenza principale tra una costruzione navale di tipo mediterraneo ed una di tipo nordico e il sistema di intavolatura detto a clinker, che si contrappone all’uso mediterraneo di posizionare le assi del fasciame a paro; il clinker si basa sulla sovrapposizione parziale delle assi del fasciame tra loro e unite alle strutture interne tramite chiodi di rame o ferro.

DRAKKAR letteralmente navi con la testa di drago, erano invece le navi da guerra famose per la loro velocità in mare ma anche per la semplicità di manovra in ambiente fluviale. Questa facilità di movimento e manovra è dovuta alla chiglia che non è mai troppo larga e dalla poppa che si equivale alla prua. Il sistema di propulsione velico spesso era di una sola vela fatta di lana e cuoio per resistere alle forti brezze dei mari del nord ma poteva essere di tela rinforzata.. Il posizionamento dei rematori all’interno dello non è facile da intuire. Il numero di rematori nei modelli più grandi raggiungeva i 50-60 elementi divisi in trenta banchi di voga. Oltre alle Drakkar altre navi da guerra erano gli sniggen, e gli skeidh.
Le navi più lunghe raggiungevano i 40 metri. La navigazione avveniva senza l’ausilio di carte nautiche o strumenti di bordo. Ci si affidava alla conoscenza dei venti e delle maree. Nei giorni di buon tempo al sole e alle stelle. I vichinghi conoscevano anche l’uso della pietra di sole, un cristallo che polarizza la luce solare e ne suggerisce la posizione all’orizzonte. Esisteva anche una specie di rudimentale astrolabio che permetteva di stabilire tramite l’ombra proiettata l’altezza del sole. La massima autorità sulla nave era il comandante. Ai marinai era proibito l’uso del fuoco, dovevano accontentarsi di cibi freddi, carni secche e pesci salati. La nave oltre ad essere un mezzo per spostarsi rappresentava anche uno status sociale e un elemento rituale nella sepoltura di re e regine che venivano sepolti su delle imbarcazioni come nel caso della nave di Oseberg scoperta nel 1904 che conteneva numerosi oggetti rituali tra cui due teste di drago intagliate. A dimostrazione di ciò il linguaggio marinaresco adottato dai popoli franchi e sassoni ha assimilato numerose espressioni che provengono dal linguaggio scandinavo.
Le navi vichinghe erano in grado di doppiare Capo Nord, di attraversare l’Atlantico, di risalire il corso dei fiumi: erano viaggi che nessun altro popolo a quei tempi riusciva a fare. La navigazione era un’arte, una vocazione, era lavoro durissimo e obbedienza cieca al comandante sebbene alcune decisioni venissero prese di comune accordo. Nel corso dei lunghi viaggi la vita degli equipaggi non era certo facile: era proibito accendere il fuoco così gli uomini dovevano accontentarsi di cibi freddi, pesce e carne salati, gallette, burro, mele, latte cagliato, birra e acqua. Quando era possibile i marinai dormivano a terra, in tenda, altrimenti in coperta dentro a rudimentali sacchi a pelo a due posti. Capitava che qualche marinaio morisse a causa del freddo e dell’umidità. Allora il cadavere veniva gettato in mare. Quando il mare era agitato, dallo scafo entrava acqua in abbondanti quantità, perciò la metà dell’equipaggio era costretta a liberare lo scafo dall’acqua.
null

 

LE ARMI
null
Quando si pensa alla descrizione di questi guerrieri si è soliti immaginarli con elmi che possiedono lunghe corna, il torso nudo, i capelli lunghi incolti e l’ascia in mano. ma in realtà il guerriero vichingo era ben equipaggiato con armi da offesa – spada, ascia, giavellotto, lancia, arco e frecce – e armatura da difesa: scudo, elmo, corazza. La spada era l’arma per eccellenza destinata ai capi: erano realizzate in ferro, con lama a doppio taglio, ben bilanciate per essere usate con una sola mano e riccamente decorate. L’ascia, solitamente fabbricata in serie, era l’arma riservata ai guerrieri comuni. I più ricchi tra loro la possedevano decorata. Le lance avevano lame molto grosse e aste decorate. Quelle da lanciare erano più leggere. Le frecce avevano punte in ferro diverse a seconda dell’uso, caccia o battaglia, fissate su aste di legno di betulla. Lo scudo era comunemente un disco di legno del diametro di un metro, rivestito di cuoio dipinto con colori vivaci, da sostenere con il braccio. Gli elmi erano di cuoio o di metallo con gli occhi protetti da una sorta di maschera e non avevano le corna come vuole un’errata tradizione iconografica. Le cotte di maglia non erano molto diffuse.
Nell’incisione dei metalli gli artigiani vichinghi erano di un’eccezionale bravura. Splendidi sono gli intarsi decorativi di alcune armi che venivano realizzati incidendo il metallo secondo un disegno stabilito quindi inserendo nelle scanalature, così ottenute, striscioline d’argento, bronzo, ottone.

L’ABBIGLIAMENTO
Tutte le popolazioni germaniche dell’europa settentrionale vestivano similmente. Reperti archeologici, corredi funerari e fonti letterarie hanno fatto in modo di tramandare fino a noi la conoscenza dell’antico vestiario in uso tra le genti norrene.Erano le donne vichinghe a filare e tessere la lana e il lino. Tuttavia nei mesi invernali anche gli uomini partecipavano al confezionamento degli abiti. La lana ricavata dalla tosatura delle pecore, che avveniva tra maggio e giugno, veniva pulita, sgrassata e cardata. Veniva quindi filata con la conocchia e con il fuso, poi ritorta. Infine veniva lavorata sul telaio verticale lasciandola del colore naturale oppure tingendola con prodotti vegetali o minerali. I colori più diffusi erano il rosso, il violetto, il verde e il nero. Per ottenere panni di lana più pesanti si aggiungevano corti fili di lana durante la tessitura così la stoffa assumeva l’aspetto di una pelliccia.
ABITO MASCHILE: L’indumento esterno per la parte superiore del corpo era chiamato kyrtill, la tunica da sopra. Si tratta di una tunica lunga con la gonnella fino alle ginocchia e fermata in vita da una cintura, costruita di lana e a maniche lunghe, aveva un’apertura per il collo con una piccola “scollatura” a V .Sotto indossavano braghe che potevano essere larghe o strette, legate sugli stinchi o meno. Un mantello riparava dalle avversità climatiche.null Sotto il kyrtill diversi uomini portavano una sotto-tunica. Solitamente era costruita in lino, questo tessuto era più costoso della lana ma più comodo a contatto con la pelle.Pare ci siano stati parecchi modelli di pantaloni nelle terre nordiche, alcuni erano aderenti altri ampi, alcuni avevano un modello semplice alcuni modelli erano legati in vita da cordoncini altri avevano passanti per le cinture.
Il mantello era un semplice pezzo rettangolare di lana, a volte rivestito di lana di un’altro colore, fissato sulla spalla destra da una spilla. Lasciava scoperto il braccio destro, il braccio della spada, cosìcchè chi lo portava potesse sempre essere pronto a ogni evenienza.A protezione della testa venivano usati berretti in lana o particolari cappucci chiamati höttr. Le scarpe erano solitamente piuttosto semplici, il più delle volte cucite con la tecnica del “girare la suola” (turnsole in lingua britannica). Ovvero cucendo la tomaia alla suola con la scarpa storta e poi rivoltarla cosìcchè le cuciture risultino all’interno dove erano meno soggette all’usura.null
Sopra la tunica in vita veniva portata una cintura,La cintura era un’accessorio importantisimo, data la mancanza di tasche molte cose dovevano essere fissate a essa: scarselle, sacchetti di cuoio e altri contenitori in cui potevano essere riposti oggetti personali.
ABITO FEMMINILE: Di solito indossavano un sotto-abito di lino lungo fino alla caviglia, con il colletto chiuso da una spilla. Su di esso, una specie di grembiule di lana di lunghezza inferiore retto da bretelle allacciate con spille “a tartaruga”. Questo tipo di vestito è talvolta chiamato hangerock o un “grembiule-gonna” (apron-skirt in eng).null
Spesso, collane di perle di vetro o ambra, o altri gioielli erano tesi tra le spille e lasciati ricadere sul petto. Le donne inoltre portavano accessori utili (ad esempio, chiavi, forbici, un coltello, e una pietra) legati con cinghie o catenine alle loro spille. Come ulteriore protezione dagli elementi venivano portati altri capi come giacchette, mantelli e scialli. Un qualche tipo di copricapo era sicuramente usato, forse un semplice fazzoletto annodato sulla testa, come è stato suggerito dai ritrovamenti nella nave funeraria di Oseberg. La Rígsþula ci dice che anche le donne di estrazione sociale più umile indossavano un copricapo.Le scarpe femminili erano simili a quelle maschili pressoché in ogni particolare.

LA CASA
null
La forma caratteristica della casa vichinga era rettangolare piuttosto lunga, circa 15 x 6 m, divisa in tre ambienti: la stalla e il fienile alle due estremità e l’abitazione vera e propria al centro. Solo in epoche più recenti la stalla verrà staccata dal resto dell’edificio. La casa aveva spesso un unico ambiente al cui centro stava il focolare; solo il capofamiglia aveva il diritto di dormire vicino al fuoco, in un letto vero e proprio; gli altri componenti dovevano accontentarsi di riposare su panche poste vicino alle pareti, dei ripiani di legno rialzati e sistemati tutt’attorno alla stanza che di notte fungevano da letto. La stanza era scarsamente illuminata; la luce penetrava da piccole finestre ricoperte di vesciche di animali o pelli.Il telaio di legno del tetto spiovente era ricoperto da zolle d’erba che lo rendevano impermeabile. Le pareti esterne erano realizzate da canniccio ricoperto di letame o fango, quelle interne erano rivestite di calce mentre il pavimento era costituito da uno strato d’argilla. Il focolare per cucinare i cibi era nel centro della casa. Il fumo usciva da una piccola apertura nel tetto, mentre la luce, molto scarsa, entrava dalle fenditure dei muri. Alle pareti erano appese le armi e degli arazzi su cui erano rappresentate le imprese dei guerrieri famosi. Il pavimento di terra era ricoperto di canne e erba. La casa non aveva praticamente mobili. Su un lato, al centro stava una sedia speciale dove poteva accomodarsi solo il capofamiglia. Gli altri si sedevano su semplici panche, spesso coperte di pelliccia. Più tardi le case furono suddivise in tante stanze e divennero più comode.
null

LA FAMIGLIA
La famiglia norrena, era molto numerosa, spesso allargata, vivevano all’interno della casa allungata tutti insieme. I padre di famiglia era anche il capo famiglia, aveva ufficialmente potere su tutti, ma la moglie aveva il compito di badare alla casa. Gli uomini avevano il diritto a prendersi delle concubine libere, a patto però che queste non intaccassero l’autorità della moglie. I figli erano ritenuti legittimi solo se nati dalla moglie; a volte anche i figli delle concubine potevano aspirare al prestigio se figli di nobili o di re. Ma spesso anche per ovviare alle lotte interne tra fratellastri, per ottenere il potere, i figli degli schiavi, rimanevano tali.
La famiglia cosi formata costituiva in se un vero e proprio clan, all’interno del quale venivano prese le decisioni alle quali ogni membro doveva sottostare. Le famiglie più potenti tendendevano a vantare una discendenza da eroi leggendari e personaggi illustri. Il legame di sangue era forte e un torto ad un familiare andava vendicato anche col sangue. La legge riconosceva la possibilità della vendetta di sangue ma gli omincidi venivano puniti spesso o con il risarcimento in denaro con l’esilio dell’assassino. Il legame di sangue poteva estendersi anche ad un membro che non era geneticamente correlato alla famiglia un caro amico o un compagno di avventura. Una pratica diffusa era far allevare il proprio figli da un’altra famiglia, la pratica del ‘fostri‘. In tal modo si univano con legami speciali due famiglie diverse, e il legame che univa l’individuo al proprio padre adottivo era come il legame con il padre biologico, se non ancora più forte. Un ruolo fondamentale nell’educazione del bambino lo aveva anche, se presente, lo zio materno, solitamente la figura più comune tra i padri adottivi.Un individuo veniva ritenuto adulto verso i 15 anni. L’eredità paterna andava tutta al primogenito, mentre i fratelli minori potevano cercare fortuna altrove e costruirsi una propria fattoria o lavorare per il fratello finché avessero voluto oppure andare per mare in spedizioni vichinghe e cercare di fare fortuna in questo modo. Già a questa età l’uomo doveva pensare al suo futuro ed avere molti figli, perché costituivano mano d’opera per la sua casa. L’uomo aveva il potere di riconoscere il proprio figlio il giorno della nascita, mettendolo sulle ginocchia, altrimenti, se questi era deforme oppure era femmina, poteva scartarlo. Avevano comunque un peso maggiore i figli legittimi rispetto agli altri, anche perché era ad essi ed in particolare al primo che veniva lasciata tutta l’eredità familiare.
I matrimoni venivano organizzati e decisi dai genitori della coppia, ma i due dovevano prima dichiararsi disposti a sposarsi. Se i probabili sposi non si piacevano, il contratto matrimoniale non aveva luogo. La donna svolgeva un ruolo fondamentale. L’uomo spesso era in mare o in guerra, per cui era lei che comandava nella casa, rimaneva all’interno della Sippe fino al giorno del matrimonio. Successivamente gestiva il controllo di tutte le attività domestiche. Inoltre, secondo un costume celtico, incitava l’uomo in battaglia, infondendo coraggio. Rimaneva separata dall’uomo durante le cerimonie religiose. Quando l’uomo invecchiava e si ritirava da tutte le attività, diventava dispensatore di saggezza, mentre era la donna che continuava a gestire il potere.
Dalle saghe si deduce che esistesse una pratica simile al battesimo cristiano per i neonati, l’imposizione del nome fatto con aspersione d’acqua, rito che alcuni studiosi ritengono comune a molti popoli indoeuropei. Il bambino veniva posto ai piedi del padre, che decideva se tenerlo o no. Se lo riconosceva, si consultava con la madre per il dargli il nome e il capo del neonato veniva asperso d’acqua, altrimenti si metteva il neonato nel bosco e si lasciava che la natura facesse il suo corso.
Il banchetto era fondamentale nella vita sociale. Per ogni famiglia rappresentava uno dei pochi modi di intrattenere rapporti con altre famiglie e di stringere alleanze o contratti matrimoniali ed avere informazioni.
Il banchetto era regolato da leggi severe di etichetta, che diventavano via via più rigide a seconda dell’importanza del padrone di casa e/o degli ospiti. Centrale era la figura dell’ospite d’onore, che sedeva alla destra del padrone di casa, il quale sedeva a capotavola, sullo scranno più bello. Si beveva, come per le altre popolazioni germaniche e per quelle celtiche, da corni bovini svuotati. Il bere aveva una forte connotazione sociale e spesso i contratti matrimoniali venivano sanciti dal fatto che due persone “bevessero dallo stesso corno”. La stessa usanza era ritenuta un esempio di profonda amicizia o lealtà reciproca.
La famiglia, in casa, si radunava attorno ai membri anziani per sentire le tradizioni raccontate per via orale. La cultura e gli usi venivano tramandati tutti per via orale; poteva trattarsi del racconto dell’anziano nonno, dello skald di un nobile oppure dell’uomo di legge che recitava a memoria le leggi locali all’apertura dell’assemblea. La scrittura runica era utilizzata di rado, in genere solo nei confronti di un morto. Abbiamo pochi esempi di scrittura runica usata per scritti quotidiani.
Dato che i vichinghi erano molto fieri, le liti tra le famiglie erano frequenti. Una faida poteva essere sistemata davanti ad un thing, dopo che entrambe le famiglie avevano detto le loro ragioni. Il thing decideva a chi dare la colpa dopo aver sentito i testimoni.
La moglie doveva occuparsi dei bambini più piccoli, preparare i cibi, tener pulita la casa e lavare gli indumenti. Era suo compito anche preparare i medicamenti e curare i malati e i feriti. Quando il marito era assente assumeva la piena responsabilità e in segno di autorità portava le chiavi legate alla cintola. Le donne potevano essere molto indipendenti, soprattutto se erano di famiglia ricca. Avevano diritto di possedere della terra e altri beni e di svolgere per proprio conto il lavoro da contadine e di mercanti. A quell’ epoca molti erano i Paesi dove le donne non avevano diritto di fare queste cose. Di solito insegnavano ai figli poesie e indovinelli, per trasmettere le tradizioni e le leggende.
Il trattamento riservato ai bambini dipendeva dal carattere del padre, che aveva su di loro un potere assoluto, perciò alcuni erano trattati con durezza e altri con indulgenza. Ai ragazzi si richiedeva un comportamento “virile”: il che pare consistesse nell’ avere proprie opinioni e difenderle con fermezza. Alle ragazze si chiedeva di essere tranquille e ubbidienti.
Erano i padri che sceglievano il marito alle figlie, anche se di rado le figlie erano costrette a sposare un uomo controvoglia. Potevano comunque divorziare.
I bambini imparavano a conoscere i loro antenati dalle storie che raccontavano i vecchi. L’imposizione del nome a un bambino appena nato era un avvenimento importante, poiché si credeva che ne avrebbe influenzato il carattere.

LE CLASSI SOCIALI

null
La società scandinava era divisa in tre grandi classi sociali: i nobili, i contadini, gli schiavi.

– Jarls: i nobili erano ricchi proprietari terrieri, spesso anche comandanti di bande armate.

– Karls: i contadini o uomini liberi erano dediti oltre che alla cura dei campi, al commercio, all’artigianato e alla guerra.

– Bondsmen: gli schiavi o servi erano prigionieri di guerra oppure uomini liberi privati della loro libertà dalla giustizia o ancora servi per nascita.
Il figlio di una schiava e di un uomo libero era considerato schiavo. A loro spettavano i lavori più umili e duri, erano comprati e venduti come merce dai loro padroni.

Ogni Jarl era a guida di un proprio Clan, la Sippe, che raccoglieva non solo i familiari, ma anche i collaboratori i lavoratori e tutte le persone che erano comprese nella sua “area” di interesse e che quindi contribuivano essi stessi alla grandezza del Clan o alla sua disfatta.Gli Jarls non venivano considerati esseri divini o sacri, ma come uomini estremamente abili e autoritari. Dallo Jarl non ci si aspettava che fosse generoso solo con il cibo e le bevande, ma anche con abiti, armi e doni, ci si aspettava che mantenesse il suo onore e quello dei suoi seguaci nei confronti degli estranei. Gli era richiesto di essere un combattente forte, audace, astuto, dal momento che doveva combattere a fianco dei suoi uomini e doveva essere un bravo oratore, allegro e capace di ispirare i suoi uomini per dargli forza.Da questo si evince che il titolo di Jarl non è prettamente ereditario ma va guadagnato sul campo. E’ basato sul merito e come tale, un’opinione favorevole del proprio capo, deve essere largamente condivisa tra i membri della Sippe.

IL THING
Unico organo legislativo e giuridico della società vichinga era il Thing ovvero l’assemblea del popolo alla quale partecipavano tutti gli uomini liberi con domicilio fisso. Il Thing si riuniva a scadenze regolari, una o due volte al mese, all’aperto.Emanava leggi e ricomponeva nei limiti del possibile i litigi e le contese. Nessun organo controllava l’applicazione di quanto stabilito dal Thing: l’offeso doveva pertanto provvedervi da solo.

GLI SKALD
Le avventure degli eroi delle saghe venivano cantate da poeti che erano anche valorosi combattenti: gli scaldi.
Essi viaggiavano tra le regioni scandinave e usavano mettere in versi o in prosa i fatti della vita quotidiana, la celebrazione delle gesta dei re, la scoperta di nuove terre. I loro versi erano alquanto complessi, densi di rime intrecciate, di perifrasi, di allitterazioni. La loro tecnica compositiva era , carica e virtuosistica al pari dell’arte figurativa vichinga. Il loro pubblico, tutt’altro che rozzo e illetterato, godeva dell’interpretazione dei difficili versi di questi poeti ai quali tributava stima e reputazione.

AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO
I Vichinghi allevavano pecore, capre, maiali, bovini, cavalli, pollame e oche da cui traevano nutrimento.
Bevevano il latte di mucca e di capra, preparavano burro e formaggi. Nella fattoria era sempre presente la stalla dove gli animali trascorrevano l’inverno al riparo. Il numero di capi di bestiame posseduti da una famiglia ne stabiliva la ricchezza.Le fattorie più grandi e ricche avevano stalle in grado di ospitare anche cento capi.
Nelle zone più a Nord il clima rigido non permetteva l’allevamento di animali domestici.Si ricorreva alla renna, dunque, dalla quale si traeva carne, latte e pellame. I Vichinghi cacciavano gli animali selvatici per trarne cibo (la carne veniva cucinata o essiccata), pelli e pellicce con cui ricavare abiti, ossa e zanne per realizzare oggetti di uso comune (pettini, manici di coltelli), armi e gioielli.
I lavori nei campi si svolgevano nei mesi primaverili ed estivi, quando i terreni non erano più ingombri di neve. Si seminava in primavera e si raccoglieva nella tarda estate praticando la rotazione dei campi. La coltura principale era la segale, resistente al freddo del Nord, base dell’alimentazione quotidiana. Si coltivava anche l’orzo, il farro, antenato del frumento, l’avena che serviva da foraggio per gli animali, i legumi, le rape, i cavoli, le cipolle, l’aglio. Gli unici alberi da frutto che resistevano al clima rigido erano i meli. Tuttavia nei mesi estivi venivano raccolti bacche e altri frutti che crescevano spontaneamente come more e lamponi.

LA MORTE IL VIAGGIO NEL VALHALLA

I riti funebri erano sostanzialmente di due tipi: inumazione e rogo.
L’inumazione era una comune sepoltura con le armi e i beni del defunto. La seconda pratica era la cremazione del corpo riposto su una nave e lasciata bruciare alla deriva. La coesistenza di queste due pratiche funerarie non ha ancora una spiegazione definitiva e plausibile.
I vichinghi, dunque, credevano nell’aldilà e venivano tumulati con le rispettive proprietà. Solitamente, i capi di un villaggio, di una fattoria o di una famiglia potente venivano “seguiti” dalle mogli o dalle loro schiave preferite. Spesso, erano le schiave che per liberarsi dal giogo dell’umiliazione e della servitù, si candidavano al sacrificio, preferendo sopra ogni cosa la morte.

I TUMULI E GLI OGGETTI TOMBALI
null
Un funerale vichingo poteva comportare una spesa notevole, ma il tumulo e i doni funebri non erano considerati come uno spreco. Oltre a essere un omaggio al defunto, il tumulo rimaneva come monumento per la posizione sociale dei discendenti. Clan norreni particolarmente potenti potevano dimostrare la loro posizione per mezzo di monumentali necropoli. Il cimitero di Borre a Vestfold, ad esempio, è collegato alla dinastia Yngling, e contiene grossi tumuli che contenevano navi di pietra.
Jelling in Danimarca, è il più grande memoriale reale dell’epoca vichinga e venne eretto da Harald I di Danimarca in memoria dei suoi genitori Gorm e Tyra, e in onore di se stesso. Solo uno dei due grossi tumuli conteneva una camera tombale, ma entrambi i tumuli, la chiesa e le due pietre di Jelling, testimoniano quanto importante fosse segnare ritualmente la morte durante l’era pagana e i primi tempi cristiani.
In tre luoghi in Scandinavia, esistono grosse necropoli che vennero usate da intere comunità: Birka nel Mälaren, Hedeby nello Schleswig e Lindholm Høje ad Ålborg.Le tombe a Lindholm Høje mostrano una grande varietà in forma e dimensioni. Ci sono navi di pietra e un misto di tombe triangolari, quadrangolari e circolari. tali necropoli sono state usate nel corso di molte generazioni e appartengono a insediamenti tipo villaggio.

LE NAVI FUNERARIE

null

Nonostante le tradizioni guerresche dei Vichinghi, esisteva un elemento di paura che circondava la morte e ciò che vi faceva riferimento. Se il deceduto non veniva sepolto nel modo appropriato, poteva non trovare pace nell’aldilà. La persona morta poteva allora far visita ai parenti come spettro. Una tale visione era spaventosa e di cattivo auspicio e solitamente veniva interpretata come un segno di ulteriori lutti in famiglia. Fu inizialmente e soprattutto in tempi di carestia, quando le comunità erano colpite da una serie di sfortune, che le voci sugli spettri iniziarono a fiorire. Le saghe narrano di precauzioni drastiche che venivano prese dopo l’apparizione di uno spettro. Il defunto doveva morire di nuovo; un palo poteva venire infilzato nel cadavere, o la sua testa poteva essere tagliata allo scopo di impedire al deceduto di trovare la via per il mondo dei vivi.

CRONACA DI UN FUNERALE VICHINGO
Negli anni 921-22 l’arabo Ibn Fadlan ricoprì l’incarico di segretario di un’ambasceria inviata dal Califfo di Bagdad ai Bulgari del medio Volga.Circa una quinta parte della sua relazione di viaggio (il Risala) si riferisce ai Rus (nome dato agli avventurieri militari ed ai mercanti svedesi in Russia) incontrati nell’accampamento e posto di scambio, più tardi, città di Bulgar.La sua descrizione di un funerale Rus e’ la parte più celebre del Risala.

“Avevo sentito dire che alla morte dei loro più eminenti personaggi facevano molte cose interessanti, la meno importante delle quali era la cremazione, ed ero interessato a saperne di più.
Finalmente mi fu detto che era morto un loro uomo importante.
Essi lo misero in una fossa e sopra vi misero una copertura per la durata di 10 giorni, mentre tagliavano e cucivano indumenti per lui. Se il defunto e’ povero fanno una barchetta, dove lo mettono a giacere prima di cremarlo.”

Il capo clan morto venne messo in una tomba temporanea che venne ricoperta per dieci giorni, fino a quando non vennero cuciti nuovi vestiti per la salma. Una delle sue schiave che si offrì volontaria per unirsi a lui nell’aldilà venne controllata giorno e notte, e le venne data una grande quantità di bevande inebrianti mentre ella cantava contenta. Quando giunse il momento della cremazione, tirarono a riva la sua imbarcazione e la posero su una piattaforma in legno. Nell’imbarcazione venne approntato un letto per il corpo del capo clan. Subito dopo una vecchia donna indicata come l'”Angelo della Morte” pose dei cuscini sul letto. Era la responsabile del rituale.
A questo punto il capo clan venne disinterrato e vestito con i nuovi abiti. Nella sua tomba ricevette bevande inebrianti, frutti e uno strumento musicale a corda. Il capo clan venne posto nel suo letto attorniato da tutte le sue armi e dai doni funerari. Vennero quindi presi due cavalli e fatti correre fino a farli sudare. I cavalli vennero poi fatti a pezzi e la loro carne gettata nella nave. Infine vennero sacrificati una gallina e un gallo, e un cane.

“quando morì l’uomo di cui ho parlato, alle sue schiave fu chiesto: “Chi morirà con lui?”. Una rispose “Io”.
Non appena la cosa viene detta diviene obbligatoria; non ci si può più sottrarre.Allora fu affidata in custodia a due giovani donne che la sorvegliavano e la accompagnavano ovunque. Essa beve tutti i giorni e canta abbandonandosi al piacere.”

La schiava passò da una tenda all’altra ed ebbe rapporti sessuali con gli uomini. Ognuno di essi disse “di al tuo padrone che l’ho fatto per via del mio amore per lui”. Nel pomeriggio la ragazza venne portata presso un qualcosa che somigliava a un telaio di una porta, dove venne sollevata a braccia tre volte dagli uomini. Ogni volta, la ragazza disse ciò che vedeva. La prima volta vide il proprio padre e la propria madre, la seconda vide tutti i suoi parenti, e la terza volta vide il suo padrone nell’aldilà. Questo era verde e bello e assieme a lui vide uomini e ragazzi. La schiava vide che il padrone la chiamava a se.Usando bevande inebrianti essi pensavano di mettere la ragazza thrall in una trance estatica che la rendesse sensitiva e tramite l’interazione simbolica con la porta, ella potesse guardare dentro il regno dei morti.Lo stesso rituale appare anche nel breve racconto islandese Völsa þáttr, dove due uomini pagani norvegesi sollevano la padrona di casa sopra un telaio di porta per aiutarla a guardare nell’oltretomba.
Successivamente, la ragazza venne portata alla nave. Ella si tolse i braccialetti e li diede alla donna anziana. Poi si tolse gli anelli dalle dita e li consegnò alle figlie della donna anziana che la avevano tenuta d’occhio. La ragazza venne portata a bordo della nave, ma non le fu permesso di entrare nella tenda dove giaceva il capo clan morto. La ragazza
ricevette diversi recipienti di bevande inebrianti e cantò e diede l’addio ai suoi amici.
La ragazza venne quindi spinta nella tenda e gli uomini iniziarono a battere sui loro scudi in modo che non si potessero sentire le sue urla. Sei uomini entrarono nella tenda per giacere con la ragazza, dopodiché la posero sul letto del capo. Due uomini la afferrarono per le mani e due i polsi. L’Angelo della Morte mise una corda attorno al suo collo e mentre due uomini tiravano la corda, la vecchia donna accoltellava la ragazza tra le costole. Successivamente i parenti del capo clan morto arrivarono con una torcia accesa e diedero alle fiamme la nave. Si narra che il fuoco faciliti il viaggio verso il reame dei morti, ma sfortunatamente, il resoconto non dice verso quale reame il deceduto fosse diretto.
In seguito un tumulo rotondo venne costruito sulle ceneri e al suo centro venne eretto un bastone in legno di betulla, dove vennero incisi il nome del capo clan morto e del suo re. Infine tutti partirono con le proprie navi.

“Il pomeriggio del venerdì condussero la giovane schiava verso una cosa che avevano fatto e che rassomigliava all’intelaiatura di una porta. Ella poggiò i piedi sulle palme degli uomini e questi la sollevarono per farla guardare al di sopra dell’intelaiatura. Disse qualche parola ed essi la rimisero giù.
Di nuovo tornarono a sollevarla ed ella torno a fare quello che aveva fatto; indi la riabbassarono. La sollevarono per la terza volta ed ella fece come le due volte precedenti.
Domandai all’interprete cosa avevano fatto. Mi rispose: “La prima volta che l’hanno sollevata ha detto: “Ecco vedo mio padre e mia madre”.
La seconda volta ha detto: “Vedo tutti i miei parenti morti che se ne stanno seduti”.
La terza volta ha detto: “Vedo il mio padrone seduto nel Valhalla e il Paradiso è bello e verde; con lui vi sono dei servi, uomini e ragazzi. Mi chiama. Portatemi da lui.”
….Poi il parente più prossimo venne e prese un pezzo di legno che accese a un fuoco……poi sopravvenne la gente con esche e altra legna da ardere e la inserì nella catasta di legna sotto la nave.
In Breve le fiamme avvolsero la legna, indi la nave, il padiglione, l’uomo e la donna ed ogni cosa sulla nave. Cominciò a soffiare un forte, terribile vento, così che le fiamme divennero più furiose e più intense.”
null

LA CREMAZIONE
Era comune bruciare il cadavere e le offerte su una pira, la cui temperatura era molto più elevata di quella che raggiungono i moderni forni crematori. Tutto ciò che rimaneva erano alcuni frammenti inceneriti di metallo e di ossa di alcuni animali e umane. La pira era costruita in modo tale che la colonna di fumo fosse più massiccia possibile per elevare il defunto all’aldilà.
Il simbolismo è descritto nella Saga degli Ynglingar:

« Così egli (Odino) stabilì che per legge tutti i morti dovessero essere bruciati, e le loro proprietà poste con loro sopra il mucchio, e le ceneri gettate nel mare o seppellite nella terra. Così, disse lui, ognuno verrà nel Valhalla con le ricchezze che aveva con sé sopra quel mucchio; e godrà anche di qualsiasi cosa che egli stesso abbia seppellito nella terra. Un tumulo deve essere costruito in memoria degli uomini più importanti, e una pietra eretta per tutti i guerrieri che si fossero distinti per il vigore; abitudine che rimase tale a lungo anche dopo che il tempo di Odino terminò. »

LA SUCCESSIONE E L’EREDITA’

Nel settimo giorno dopo la morte della persona, si celebrava il sjaund, la birra funeraria che dava anche il nome alla festa, dato che implicava un rituale di bevute. La birra funeraria era un modo per demarcare socialmente l’evento della morte. Solo dopo il rituale della birra gli eredi potevano giustamente reclamare la loro eredità. Se il defunto era una vedova o il capo, l’erede poteva assumere il controllo e marcare lo spostamento dell’autorità.

Molte delle grandi pietre runiche in Scandinavia danno spiegazione di un’eredità,come ad esempio la pietra di Hillersjö che spiega come una donna arrivò ad ereditare non solo i figli ma anche i nipoti e la pietra di Högby, che racconta di come una ragazza fosse l’unica erede dopo la morte di tutti i suoi zii. Sono importanti documenti di proprietà appartenenti a un tempo in cui le decisioni legali non venivano ancora messe su carta. Un’interpretazione della pietra di Tune di Østfold suggerisce che la lunga iscrizione runica abbia a che fare con la festa funeraria in onore di un capo e che dichiari tre figlie come giuste eredi. È datata V secolo ed è di conseguenza il più antico documento legale scandinavo che parli del diritto femminile all’eredità.

 

LE PIETRE RUNICHE

 

null

La maggior parte delle iscrizioni runiche dell’epoca vichinga viene dalla Svezia, specialmente dal X e dall’XI secolo.
Molte pietre registrano la partecipazione di persone alle spedizioni vichinghe, mentre altre pietre registrano la morte di persone che avevano partecipato a queste spedizioni.
Tra queste, le 25 pietre di Ingvar, nel distretto svedese di Mälardalen, erette per commemorare i membri di una spedizione disastrosa nell’odierna Russia agli inizi dell’XI secolo. Le rune sono un’importante testimonianza per lo studio non solo della società vichinga, bensì dell’intera popolazione scandinava medievale.
Le pietre runiche attestano i viaggi dei Vichinghi in luoghi sparsi in tutto il mondo allora conosciuto, come Bath, la Grecia, la Persia, Gerusalemme, l’Italia (conosciuta come Langobardland), Londra, Saerkland (vale a dire il mondo musulmano), l’Inghilterra e varie altre località dell’Europa orientale.
HALLRISTINGAR:

null

sono iscrizioni su roccia dipinte di rosso molto comuni nelle terre scandinave specie Norvegia e Svezia. Le più antiche si trovano nella provincia di Jämtland, nel nord, risalgono a circa 5000 anni fa e ritraggono scene rupestri caratterizzate da figure di animali selvaggi come alci renne foche e orsi.
dal 2000 al 500 a.C. ritroviamo scene di vita più complesse in cui agli animali si affiancano scene di caccia o di agricoltura con uomini e paesaggi.

PIETRE RUNICHE :null

rappresentate da dei monoliti innalzati da terra e incisi. La loro comparsa avviene all’incirca attorno al IV secolo fino al XII secolo si trovano sparse oltre che in scandinavia in tutti i territori che hanno subito la dominazione vichinga.

Queste pietre commemorative, che spesso narrano le gesta di uomini ed eroi caduti in battaglia, erano in origine sorprendentemente colorate, come testimoniano i resti di pittura nelle incisioni, anche se il tempo purtroppo le ha sbiadite.

IL RAGNAROK

Nella mitologia norrena, il Ragnarök comprende una serie di eventi futuri, tra cui una grande battaglia annunciata con lo scopo di provocare la morte di un certo numero di figure di primo piano (compresi gli dei Odino, Thor, Tyr, Freyr, Heimdallr e Loki), il verificarsi di vari disastri naturali, e la conseguente sommersione del mondo sott’acqua. In seguito, il mondo rinascerà nuovo e fertile, gli dei rinati e superstiti rinasceranno e si incontreranno, e il mondo sarà ripopolato da due esseri umani sopravvissuti. Il Ragnarök è un evento importante nel canone norvegese, ed è stato oggetto di dibattito scientifico e di varie teorie.

L’evento è attestata soprattutto nell’Edda Poetica, scritta nel XIII secolo e basata su fonti più antiche, e nell’Edda in prosa, scritta nel XIII secolo da Snorri Sturluson. Nell’Edda in prosa, e in una poesia singola dell’Edda Poetica, l’evento viene chiamato Ragnarök o Ragnarøkkr (nell’antico Norreno rispettivamente “Il destino degli dei” o il “Crepuscolo degli Dei”).

null

DECLINO DELLA CIVILTA’ VICHINGA
Dopo aver sviluppato commerci ed insediamenti, dall’Europa giunsero ai Vichinghi numerosi impulsi culturali.
Il Cristianesimo cominciò a diffondersi in Scandinavia e, insieme alla crescita di un forte potere centralizzato ed al rinforzarsi delle difese nelle zone costiere dove i Vichinghi erano soliti compiere saccheggi, le spedizioni predatorie divennero sempre meno profittevoli e sempre più rischiose.
Esse cessarono completamente nell’XI secolo, con l’ascesa di re e grandi famiglie nobili e di un sistema quasi feudale; dopo l’anno 1000 infatti le cronache riportano di battaglie condotte dagli scandinavi “contro” popolazioni vichinghe del Baltico, fatto che avrebbe portato alla partecipazione di Svezia e Danimarca alle Crociate del Nord e allo sviluppo della Lega Anseatica.

VICHINGHI FAMOSI
Sweyn I di Danimarca, re di Danimarca e Inghilterra
Askold e Dir, leggendari conquistatori di Kiev
Oleg di Kiev, signore di Kiev
Björn Fianco di Ferro, figlio di Ragnarr Loðbrók, saccheggiò l’Italia
Brodir, vichingo danese che uccise il re d’Irlanda Brian Boru
Egill Skallagrímsson, guerriero islandese e scaldo
Erik il Rosso, scopritore della Groenlandia
Leifr Eiríksson, scopritore dell’America, figlio di Erik il Rosso
Harald Hardrada, re norvegese che venne sconfitto nel tentativo di conquistare l’Inghilterra nel 1066
Harald Blåtand. Più comunemente noto come Harald dente azzurro fu il primo re a unificare il frammentario regno di Danimarca (che allora comprendeva solo la penisola dello Jutland) dal punto di vista sia politico sia religioso.
Rollone il Camminatore, vichingo norvegese capostipite dei duchi di Normandi.
null

About helleland