Shardana .. i guerrieri del mare..

Testi antichi, bassorilievi e iscrizioni risalenti al 1365 nel tempio di Amenofi IV descrivevano un popolo che veniva dal grande mare, e che con la loro ferocia minacciavano la potenza egizia.
1350 a.C. nelle lettere di Amarna,Rib-Hadda di Biblo e il faraone Akhenaton, scrive al faraone, l’arrivo di un imminente pericolo che giunge dal mare, uomini senza scrupoli, pirati che saccheggiano le loro navi e minacciano le loro coste, questi guerrieri mercenari si chiamano Šrdn/Srdn-w, o più comunemente Shard-en on Shardana.
Nel 1278 a.C., Ramses II sconfisse gli Shardana che avevano tentato di saccheggiare le coste egiziane assieme ai Lukka (L’kkw, forse identificabili in seguito con i Lici) e i Shekelesh (Šqrsšw), in uno scontro navale lungo le coste del Mediterraneo (nei pressi del Delta Egiziano). Il faraone successivamente arruolò questi guerrieri nella sua guardia personale.
Un’iscrizione di Ramses II incisa in una stele ritrovata a Tanis, descrive le loro incursioni e il pericolo costante che la loro presenza portava alle coste egiziane:

« I ribelli Shardana che nessuno ha mai saputo come combattere, arrivarono dal centro del mare navigando arditamente con le loro navi da guerra, nessuno è mai riuscito a resistergli »

L’iscrizione di Qadesh, riporta che 520 Shardana fecero parte della guardia personale del faraone nella battaglia di Qadesh fra Egizi ed Ittiti.
Gli Shardana facenti parte della guardia reale sono rappresentati con il tipico elmo cornuto sul quale è presente nel mezzo una sorta di sfera o palla, lo scudo è tondo mentre le spade in dotazione sono le spade tipo Naue II.
Anni dopo, una seconda ondata di popoli del mare, e tra essi anche gli Shardana, venne respinta dal figlio di Ramses II, Merenptah. In seguito Ramses III venne impegnato in un’importante battaglia con gli stessi il cui resoconto è raffigurato presso il tempio di Medinet Habu a Tebe. Gli Shardana sconfitti vennero quindi catturati e arruolati nell’esercito del faraone:

« I Shardana e i Wešeš del mare fu come se non esistessero, catturati tutti insieme e condotti prigionieri in Egitto, come la sabbia della spiaggia. Io li ho insediati in fortezze, legati al mio nome. Le loro classi militari erano numerose come centinaia di migliaia. Io ho assegnato a tutti loro razioni con vestiario e provvigioni dai magazzini e dai granai per ogni anno »
(dal Papiro Harris)


La presenza degli Shardana in Medio e Alto Egitto in varie colonie è attestata in alcune fonti papiracee del regno di Ramses V e di Ramses XI. È ipotizzabile che alla fine dell’età ramesside gli Shardana si siano gradualmente amalgamati alla popolazione egiziana con conseguente perdita del loro status di mercenari alla fine dell’età libica.

Ma chi sono questi guerrieri così temibili da far tremare l’Egitto?
per rispondere a questa domanda è necessario riassumere alcuni avvenimenti in una cronologia storica..

· 2450 (2350): Sargon di Akkad fonda la dinastia Sargonide (Sardonide-Sandanid Una dinastia con questo nome esisteva in Lydia).

· 2300-2000: all’incirca in questo periodo, in Mesopotamia, scoppia una terribile carestia durata più di 300 anni, che provoca l’emigrazione verso Occidente, (Sardegna compresa). Periodo Biblico: In seguito a questi fatti la Tribù di Abramo esce da Ur dei Caldei e dopo un vagabondare attraverso i monti della Siria si stabilisce sulle rive del Mar Morto.

· 1800: Stonehenge, tempio megalitico, sarebbe costruito da popolazioni arrivate dall’Asia Minore.

· 1700: gli Hiksos, di razza indoeuropea con mescolanze di razza semitica, invadono l’Egitto. Sono i “Popoli del Mare”? Nello stesso periodo nelle Baleari accade una catastrofe che cancella una Civiltà ivi residente e contemporaneamente avviene la distruzione della prima Civiltà Cretese e,all’incirca nel 1800-1750, l’incendio di Troia IV (ad opera degli stessi Popoli del Mare?). Periodo Biblico: Carestia, Ebrei in Egitto, Giacobbe.

· 1600: Hattusilis fonda l’impero Ittita. Nascita di Micene (Akwasa, Akaiasa, Achei).
· 1568-1545: Il faraone Amon-Mose (Amasi) caccia gli Hyksos dall’Egitto.

· 1530-1520: Tuthmosis I (Toth-Mose) sconfigge il Mitanni e la Siria fra le cui fila militano contingenti Shardana.

· 1500-1400: il bronzo è lavorato in Sardegna con tecniche già di rara bellezza e perfezione. La Corsica e le Baleari sono conquistate da un Popolo proveniente dalla Sardegna.

· 1500-1470: L’isola di Thera (Santorini) sparisce in seguito a un’eruzione vulcanica, comincia la decadenza di Creta.

· 1400: gli Akawasa e i loro alleati distruggono Creta e l’Impero Minoico (Plutarco). I Shardana conquistano Lemno e Imbro, passano in Laconia, rapiscono le donne ateniesi, e si stabiliscono a Creta. Alcuni di loro sono catturati durante il primo sbarco e vengono condotti a morire fra le braccia arroventate della statua bronzea di Talo. Essi vanno incontro alla morte ridendo (Simonide di Ceo).

· 1355: ambasciatori dei Popoli del Mare portano doni al faraone Amenophe IV e alla regina Nefertiti, invitandoli a tornare al culto dell’Unico Grande Dio (della Grande Dea).

· 1294: battaglia di Qadesh: Ramses II (Ra-Mose) si salva dall’attacco degli Ittiti con l’aiuto di un contingente di mercenari Shardana. Altri Shardana combattono al fianco degli Ittiti stessi, Ramses li chiama Shardana del mare, dal cuore ribelle.

· 1290: un attacco micidiale è portato all’Egitto di Ramses da parte dei Popoli del Mare.

· 1278: Esodo. Un gruppo numeroso di perseguitati religiosi e alcune tribù semitiche stanziate ai confini orientali, al comando di un principe egiziano, forse seguace del culto di Akenathen, lasciano l’Egitto. Con loro parte probabilmente un contingente numeroso di mercenari Shardana (Danai) e Tjeker (Teucri) che li difenderanno nel lungo cammino. Mosè li include nella misteriosa tribù di Dan. I Tjeker (Teucri) formeranno le tribù di Issacar e Aser. Ma anche Zabulon appartiene ai Sher-Dana.

· 1250: un’incursione dei Popoli del Mare distrugge Tirinto e un’altra devasta l’abitato circostante Micene.

· 1235: una grande carestia devasta l’Anatolia in seguito alle incursioni dei Popoli del Mare, Meneptah invia navi cariche di grano.

· 1231: Meneptah deve affrontare una guerra con i re libici spalleggiati da alcune tribù identificate nei Popoli del Mare: Akawasa (Achei), Thursha (Etruschi), Sakalasa (Siculi), Wasasha (Corsi?) e Shardana. Questi ultimi provvedono anche al vettovagliamento e al trasporto truppe via mare.

· 1210: Meneptah ottiene una decisiva vittoria nel deserto occidentale sui Libu e i loro alleati delle Isole Straniere.

· 1200-1180: l’invasione più devastante e definitiva dei Popoli del Mare, (durerà probabilmente più di 50 anni), ai soliti Shardana, Akawasha ecc. si sono aggiunti nel frattempo Denen, Sakssar, Phelets. Distrutte Ugarit e Corinto, gli imperi Ittita e Miceneo sono cancellati, intere città sono rase al suolo e gli abitanti passati a fil di spada (Atene sarà stranamente risparmiata). I Shardana e i loro alleati si riversano sull’Asia Minore mettendo tutto a ferro e a fuoco. Lo stesso Egitto è attaccato (1183), ma Ramses III trova un accordo con la mediazione dei mercenari shardana al soldo delle truppe regie. Si vanterà poi di aver sconfitto per la prima volta i più terribili e fantastici guerrieri del passato.

· 1180: Troia VII è distrutta da una coalizione di Popoli venuti da Occidente (Grecia e isole mediterranee), circa nel 1220-1200 a.C.. Effettivamente la datazione delle varie città è piuttosto incerta, ma si potrebbero in parte ricostruire: – Troia I esisteva nel bronzo antico, intorno al 2700 a.C. – Troia II venne incendiata nel 2300 a.C. – Troia III, IV e V esistettero dal 2300 al 1700 a.C – Troia VI, ricca e potente, rinacque dalle loro rovine e venne distrutta da un terremoto intorno al 1280 a.C. – Troia VII durò quasi un secolo ed è probabilmente la città di Priamo cantata da Omero. Il poeta menziona nella sua opera Tjeker (Teucri) e Liku (Lici) sul fronte troiano, e Akawasa (Achei) e Danai (Denen, Danuna, Shar-dana), sul fronte greco. Periodo Biblico: Giudici, insediamento dei Phelets (Filistei) e Tjeker (Teucri) in Palestina.

· 1100: “l’Onomastico di Amenemope” parla della presenza in Palestina dei Popoli del Mare e in particolare dei Pheleset (Filistei), Shardana (Sardi) e Tjeker (Teucri).

· 1080: “Il viaggio di wenamun” definisce la città di Dor, sulla costa della Palestina, “città dei Tjekker”.

· 1050: i Phelets colonizzano il territorio che da loro prenderà il nome di Palestina, si insediano in Gaza, Ashdod, Gath, Ekron, saccheggiano Shiloh e sconfiggono Saul, re di Israele, nel 1005. Periodo biblico: i Giudici.

· 1000: fondazione di Sardi e ricostruzione delle città fenicie, che cominceranno le loro avventure sulle antiche rotte tracciate dai Popoli del Mare, fondando nuove colonie.

· 945: un generale dei mercenari Libu (Libici) appartenente ai Popoli del Mare, Shesonk, si impadronisce del trono in Egitto e fonda la XXII dinastia. I mercenari Shardana sono schierati coi Libu.

· 900: i Lidi (una parte della popolazione), governati dagli Eraclidi, sbarcano in Italia e si uniscono agli Umbri (Erodoto) – I loro lucumoni sono designati fra i dignitari Sardi (Strabone), Reges soliti sunt esse Etruscorum, qui Sardi appellantur (Festo).

· 814: fondazione di Cartagine ad opera di colonizzatori provenienti da Tyro in Fenicia.

· 753: Roma è fondata a opera di un gruppo di giovani pastori, fra cui Romolo che ne sarà il primo leggendario Re.

· 685: Gyge si impadronisce del potere in Lydia, uccidendo Candaule l’ultimo dei re Eraclidi (Erodoto).

· 616-509: Roma è sottomessa e governata da re Etruschi (Thursha, Tirreni).

· 540: Malco, generale cartaginese, sbarcato in Sardegna con un potente esercito di 80.000 uomini è sconfitto in battaglia campale da un esercito sardo. Nello stesso periodo avviene la battaglia navale nel Mare Sardo tra gli abitanti di Aleria (Alalia), colonia greca in Corsica, e la flotta etrusca di 60 navi, rinforzata con altre 60 navi cartaginesi.

· 530: Tartesso è distrutta dai Cartaginesi.

· 480: Asdrubale e Amilcare, figli di Magone, sbarcano in Sardegna con un potente esercito. Asdrubale muore in combattimento (Giustino).

· 350: Saccheggio di Roma da parte dei Celti (Keltoi, Galli, Galati), la loro origine era, secondo Erodoto, nell’alto DANubio.

· 325: Un’ambasciata dei Sardi a Babilonia fa doni ad Alessandro Magno (Giustino). E’ un segno di una sovranità dei Sardi ancora esistente in Sardegna, nonostante la presenza di Cartagine.

· 279: Sacco di Delfi da parte dei Celti (Galli) comandati da Brenno (omonimo del distruttore di Roma).

· 215: Le città shardana, guidate da Cornus il cui “giudice” era Ampsicora, attaccano le legioni romane di stanza a Karalis. Ad esse si uniscono i Sardi Pelliti, fra cui Ilienses e Balari, mentre i Gallilenses, abitatori della Marmilla-Trexenta, depredano continuamente gli eserciti inviati di rinforzo in Sardegna dal Senato romano.

Questo quadro storico, descrive sommariamente quanto avvenuto nell’epoca prima dell’avvento di cristo tra europa e asia. Si potrebbe dedurre da questa cronologia, che un terribile evento climatico, si è abbattuto sull’Asia minore, e quindi le popolazioni sono state costrette a migrare verso l’europa occidentale. In una Sardegna in cui si affacciava già la civiltà Prenuragica, giunsero delle popolazioni indoeuropee gli Shardana appunto che apportarono nuove conoscenze alle preesistenti popolazioni, andando quindi a costituire un unico popolo di guerrieri e commercianti nonchè comunque popolazioni rurarli dedite al commercio, all’agricoltura e alla pastorizia; ma la attività principale di queste popolazioni era l’arte della guerra. Si ritiene che gli Shardana siano una popolazione di origine Accadica stanziatisi in Sardegna quindi in seguito alle migrazioni asiatiche.
Questo popolo dedito alla guerra, iniziò a dominare il mare mediterraneo e a partecipare alla distruzione di alcune civiltà come I Micenei e gli Ittiti. Erano guerrieri temuti e rispettati perfino dai sovrani egiziani, che quando gli ebbero sconfitti, riconoscendo in loro una forza sovrumana (tanto forse da appellarli giganti?), non li uccisero, ma li tennero tra i loro eserciti come guardia di soldati scelti per la difesa del faraone in persona.

Ma cosa era accaduto di tanto catastrofico da costringere un popolo, allora all’apice del suo splendore, a fuggire in cerca di altre terre più ospitali? Una recente scoperta fatta dal geologo Sharad Master, dell’università di Witwatersrand (Sudafrica) di un cratere di 3,4 km. di diametro, situato alla confluenza del Tigri con l’Eufrate, sta proponendo la soluzione “Diluvio”. Secondo quanto asserito dal geologo, si tratterebbe del cratere scavato dalla caduta di un meteorite, precipitato sulla Terra intorno al 2300 a.C., il cui impatto fu catastrofico. Paragonato a decine di migliaia di bombe atomiche. L’impatto scosse tutto il Pianeta, provocando un’onda gigantesca che avrebbe sommerso tutto. I detriti sollevati in aria oscurarono il sole, facendo scendere la temperatura sotto lo zero e provocando siccità e desertificazione. Pur accettando la tesi sostenuta dal prof. Sharad Master sulla causa che provocò il Diluvio (Quello universale), pensiamo che questo avvenne molto tempo prima e che la catastrofe avvenuta in Mesopotamia durante l’impero di Sargon, non fu di quelle proporzioni; semplicemente perché, fino al 2000 a.C., periodo della migrazione, esisteva ancora una dinastia regnante storicamente documentata. Le città sumeriche avevano, infatti, ripreso il potere, cacciando i re Semiti della dinastia di Sargon. L’avvento della III dinastia di Ur, città egemone, è datata 2124 a.C. e del primo sovrano abbiamo anche il nome: Urnammu. E’ il periodo biblico di Abramo, il quale “uscì da Ur dei Caldei (Keltoi-Celti?)”, forse proprio per il ritorno al potere dei Sumeri. Abramo era, infatti, un Semita. Comunque carestia ci fu, senza dubbio, e tracce geologiche di una grande siccità sono state scoperte, anche grazie agli studi di Harvey Weiss, dell’università di Yale (USA), mentre recenti studi sui sedimenti dei fondali del Golfo di Oman hanno dato risultati sorprendenti sulla concentrazione di minerali del Bronzo Antico tipici di ambienti desertici, almeno di sei volte maggiore del normale.


E’ un periodo fiorente per l’isola della Sardegna, le popolazioni autoctone, iniziano la costruzione di imponenti edifici chiamati Nuraghi, alte torri con cupole a Tholos, che poi in seguito verranno migliorate dal punto di vista architettonico grazie alle conoscenze dei Shardana.
L’equipaggiamento militare dei guerrieri Shardana, descritto nei bassorilievi, risulta molto particolare e distinto da quello di altri guerrieri contemporanei. Usavano spade lunghe, pugnali, lance e soprattutto lo scudo tondo (in quel periodo usato probabilmente solo dai sardi), mentre i guerrieri egiziani erano prevalentemente arcieri. Portavano un gonnellino corto, una corazza e un elmo provvisto di corna, e le loro imbarcazioni erano caratterizzate da protomi animali, con l’albero simile a quanto raffigurato in alcune navicelle nuragiche in bronzo rinvenute nei nuraghi. Tra gli antichi scritti, quelli riportati da Zenobio e attribuiti a Simonide di Ceo, parlano di assalti dei Sardi all’isola di Creta, nello stesso periodo in cui i Popoli del mare invadevano l’Egitto.
Ciò evidenzierebbe una frequentazione dei Sardi nuragici nel Mediterraneo orientale. Ulteriori conferme di questa frequentazione arrivano poi dalla stessa ceramica nuragica del XIII secolo, ritrovata a Tirinto, a Creta e in Sicilia nell’Agrigentino, lungo la rotta che collegava l’oriente all’occidente del Mediterraneo.

Tornando ai sovrani egizi, essi descrivevano di volta in volta i Shardana come alleati o come terribili nemici, chiamandoli

“i re delle isole che sono nel cuore del Gran Mare – I capi dei paesi stranieri -venuti dalle isole e dalla terra ferma posta sul grande cerchio d’acqua (Ramses II). E ancora: venuti dal nono arco (52°-56° parallelo) e dall’Isola Basileia, alta, con rocce rosse, bianche e nere, ricca di rame”.

Nel golfo di Orosei,e nelle insenature Galluresi, nei pressi di Trinità d’agultu e Vignola,la costa è alta a strapiombo sul mare, con rocce di granito rosso, bianco e nero. Inoltre la Sardegna è ricca di miniere di rame. Mentre il riferimento al nono arco è rivolto agli alleati Danuna (o Danen) e ai Saksar (Sassoni), probabili abitatori dei paesi nordici, chiamati dai Greci col nome di Iperborei. O addirittura agli stessi Sher-Dana: Le isole del Mare del Nord erano, infatti, abitate dai Tuatha de Danan,
letteralmente “Figli di Dan” o “Tribù di Dan”, quindi Sher-Dan. A più riprese i Shardana, a capo di una coalizione conosciuta nell’antichità col nome di Popoli del Mare, assalirono e devastarono i territori del Mediterraneo orientale e l’Egitto stesso. L’ultima invasione, la più terribile, annientò l’impero Ittita e quello Micenèo, rase al suolo Ugarit e Micene, Biblos e Tirinto, invase la Laconia e dilagò nell’Asia Minore, tutto bruciando e distruggendo, mentre una parte della flotta con a capo gli stessi Shardana piombò sul Delta con la chiara intenzione di invadere anche l’Egitto. Ramesse III li affrontò, riuscendo a fermarli e convincendoli a desistere, anche per il probabile intervento di mediazione dei mercenari che militavano da tempo agli ordini dei faraoni. Dopo questa invasione alcuni gruppi si stabilirono nelle terre conquistate: Shardana, Akwasha, Phelets e Tjeker si stabilirono in Libano e in Palestina, a Cipro e a Creta, in Laconia e in Anatolia, dove intorno all’anno 1000 a.C. fondarono Sardi. Un gruppo si stabilì sul Delta, fondando città e creando fortificazioni per conto dei faraoni. Un altro contingente tornò nelle città Sarde carico di bottino, mentre i Tursha si
insediarono in Lydia, da dove partirono poi per l’odierna Toscana in seguito a una carestia intorno al 900 a.C., estendendosi poi a Umbria e Lazio e dividendo coi Shardana le zone d’influenza del Mediterraneo. Essi diedero il loro nome al mare a Oriente della Sardegna, mentre i Shardana continuavano i loro traffici a Occidente, nel mare che ancora oggi prende il loro nome. Finché i Shardana detennero il monopolio del commercio del bronzo, i Tursha ebbero un atteggiamento quasi di sudditanza, accettando persino il fatto che i loro re fossero scelti fra i dignitari Sardi. In seguito, con la diffusione del ferro, gli equilibri cambiarono e le città sarde cominciarono un lento, ma inesorabile declino.

A bordo di incredibili navi, che solo i Vichinghi (loro discendenti) riusciranno a imitare, essi scorrevano il Mediterraneo e si avventuravano nelle rotte oceaniche, arrivando a circumnavigare l’Africa per prelevare, dalle miniere di Simbabhwe, lo stagno necessario per la produzione del bronzo, di cui avevano il monopolio. Per impedire che altri li imitassero, posero le Colonne d’Eracle (o degli Eraclidi, così i Greci chiamavano i Shardana) a delimitare il Mondo. Omero descrive queste navi parlando dei Feaci: “esse non hanno bisogno di timone o timoniere, ma vanno col pensiero dell’uomo solcando il mare e l’abisso, avvolte in nebbia e vapore vanno sicure e indistruttibili conoscendo del mare ogni contrada”. Perché non avessero bisogno di timone e timoniere è stato scoperto su una nave cartaginese da un noto archeologo italiano, che ha trovato una stele con raffigurata una trireme con uno strano attrezzo montato sul cassero, identico all’altrettanto strano pennone con tanto di anello rotante e “mezzaluna” delle navicelle nuragiche.

Si ritiene, sulla base di recenti scoperte, che essi fossero a conoscenza della geografia astronomica, delle rotte del mediterraneo e dell’atlantico, della bussola e di altre invenzioni che verranno scoperte solo millenni più tardi.

di questi formidabili guerrieri, oggi sopravvivono non solo le costruzioni megalitiche ma anche numerosi reperti quali statuette in bronzo raffiguranti uomini con elmi dalle corna e una sfera centrale, gli stessi che vengono raffigurati nei bassorilievi di templi, tombe e manoscritti egizi che descrivono questo popolo. Navicelle in bronzo perfettamente conservate che ricalcano il modello di quelle navi che essi utilizzavano, Una ziggurat, costruita nel Monte d’Accoddi, di cui il nome gli studiosi lo fanno risalire ad Akkad, capitaleSecondo Leonardo Melis Akkoddi deriverebbe da AKKAD, la capitale del regno di Sargon I, che indicherebbe il luogo di provenienza dei SHARDANA emigrati appunto nel 2400-2000 circa a.C. dalla Mesopotamia e stabilitisi in Sardegna, dove fondarono le antiche città costiere (Tharros, Nora, Bithia, Karalis, Kornus, Torres, Bosa, Olbia…).
Ciò spiegherebbe il luogo di provenienza anche degli altri POPOLI DEL MARE, di cui parlano i Testi Egizi e Greci. La Coalizione che nel 1200 – 1170 a.C. devastò la Grecia, e l’Asia Minore e attaccò l’Egitto di Ramses III. Distrussero Ugarit, Tiro, Sidone, Corinto, Troja, Micene, annientarono l’Impero Ittita. Solo Ramses riuscì a fermarli con un probabile accordo “patrocinato” dai mercenari Shardana inglobati nell’esercito egizio.
(cit da Leonardo Melis shardana i popoli del mare)

spada shardana rinvenuta in sardegna


spada celtica in bronzo rinvenuta in irlanda

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